Tiberio Timperi, noto volto televisivo, si è raccontato in una intervista ‘a cuore aperto’ al Corriere della Sera. Il conduttore è apparso piuttosto stanco e deluso dal mondo televisivo e ha spiegato il perché. Scopriamo, di seguito, cosa ha rivelato.
Tiberio Timperi un mix di qualità che prevede anche un certo cinismo stemperato da una buona dose di ironia e una sensibilità che, però, trasmette pure un po’ di delusione: “Sono cresciuto con il Libro cuore di De Amicis, con valori un po’ polverosi, odorosi di arsenico e vecchi merletti. Se a questo si aggiunge che amo la giustizia, sono onesto fino all’autolesionismo e anche testardo, ecco che si crea una miscela esplosiva – ha detto e continua -Sono molto deluso dal genere umano, sì. Sin da piccolo mi chiamavano Tiberio il vecchio, ma io non sono mai riuscito a fregarmene delle cose sbagliate che vedo, non ce la faccio a buttare tutto alle spalle e far finta di niente”.
“Tanto dipende dall’educazione che ho ricevuto dai miei genitori: erano molto onesti, dialettici, mi hanno trasmesso certi valori. Sono stato un figlio unico e oggi dico che non mi dispiacerebbe essere chiamato da un notaio e sapere che in realtà non sono solo. Avrei voluto avere dei fratelli, qualcuno a cui chiedere: ti ricordi se ho avuto il morbillo? Sono abituato a cavarmela da solo, ma del resto nasciamo soli e moriamo soli. C’è una sorta di ottimismo nero nella consapevolezza che la vita non è giusta e il tempo non è galantuomo”.
“Credo di avere un potenziale che non è stato esplorato nella sua totalità. Ma, appunto, capita. Diciamo che ultimamente c’è sempre meno voglia di rischiare ma piuttosto si va sull’usato sicuro. Io so tutto quello che ho fatto. Il merito mi ha portato fino a un certo punto ma poi lì mi sono fermato. La mia incapacità di andare a cena o fare pubbliche relazioni ha pesato. Se mi dicono di fare qualcosa per forza io soffro. Ahimè, amo la montagna”.
“Certo. Una volta si privilegiavano persone che oltre ad avere qualcosa da dire proponessero anche un certo garbo e la famosa bella presenza. Io però non mi sono mai sentito bello: fino a una certa età ero piuttosto cicciottello e brufoloso, mi piaceva fare casino in compagnia ma non conquistavo le ragazze facilmente”.
“Avevo letto una sua intervista in cui diceva che cercava il principe azzurro e faceva un elenco delle sue caratteristiche: mi ci ritrovavo. Dovevo andare al Maurizio Costanzo Show in una puntata in cui c’era anche lei, ma Fede (era l’epoca del Tg4) non mi diede il via libera. Feci in modo allora di avere il suo numero… che dire, è stato un bel periodo, ho un ricordo bellissimo, di una ragazza dalla dolcezza unica. Ogni volta che rivedo Acqua e sapone penso a noi a Campo de’ Fiori”.
“Da un certo momento in poi la mia vita ha preso un’altra direzione: è stato molto, molto pesante, ma va bene così. Ho altre fortune, come non lavorare: di fatto assecondo solo la mia passione. I miei amici di recente mi hanno detto: Tiberio, tu rispetto a noi hai realizzato i tuoi sogni. È una gran cosa avere chi te lo ricorda. Ho passato 15, 18 anni che avrebbero ucciso chiunque, ma ora ne sono uscito: bruciacchiato, tumefatto, ma ci sono ancora”.
“Il meglio potrebbe ancora venire? Arrendersi mai, crederci sempre. Certo devi trovare qualcuno che punti su di te. Io continuo ad aspettare, sperando di non essere patetico. Mi piacerebbe veder realizzata una mia idea, anziché assistere al proliferare di format stranieri. Sarebbe bello se a viale Mazzini, anche in uno scantinato, ci fosse una stanza dove tutti noi conduttori potessimo confrontarci. Tra tante cavolate magari uscirebbe anche qualcosa di buono”.
“Dovrebbero rifare Agenzia matrimoniale per quelli che si separano a 50 anni. Lo penso seriamente, perché se succede, a quel punto che fai? Se vai in discoteca potrebbero essere tutti tuoi figli: cosa racconto a una di 25 anni? Sarei ridicolo. Inoltre, nel mio caso, c’è il rischio di essere avvicinato per quello che rappresento: molte sono interessate alla scatola, diventi sospettoso. Spero sempre che la vita mi sorprenda quando meno me lo aspetto ma, in generale, tutti si cercano, pochi si trovano e molti si accontentano: io non ho intenzione di accontentarmi”.