Oltre al dolore per la morte della madre, Selvaggia Lucarelli si è trovata ad essere attaccata da chi l’ha criticata per aver deciso di partecipare a Ballando con le Stelle lo scorso 19 novembre sera nonostante la mattina avesse dovuto dire addio alla madre. Tra i suoi critici anche Clemente Mimun, direttore del Tg5, che su Twitter ha scritto: “Quando morì mia madre ‘speciale Tg1’ (di cui ero responsabile) non andò in onda”.
Selvaggia Lucarelli ha commentato con queste parole in un’intervista al Corriere della Sera il dolore per la recente scomparsa della madre: “La consapevolezza che se anche ci si prepara al peggio, quando arriva è sempre un po’ peggio e un po’ più sgradevole di quello che mi aspettavo”.
Lucarelli, come poi ha spiegato al quotidiano, non accetta che le venga detto come avrebbe dovuto reagire e così condivide il tweet e aggiunge: “Quando è morta la capacità di stare al proprio posto il tweet di Mimun è andato online”. “Non capisco davvero che ragione ci sia di rivendicare la propria modalità di vivere il dolore – ha poi aggiunto su tale tweet nell’intervista -. Sei migliore di me? Più sensibile? Più sintonizzato con la sofferenza? Ripeto: ognuno deve essere libero di viverla come desidera”.
“I familiari di persone che soffrono di Alzheimer sono in qualche modo preparati. Non che si possa essere mai davvero preparati a perdere qualcuno, ma il momento in cui svanisce l’essenza della persona per quello che è stata, per come tu te la ricordi, è un altro”, spiega la giornalista. Per lei quel momento è arrivato due anni fa, quando ha “perso la sua anima”. “Era rimasto il corpo, qualche sorriso, qualche sguardo in cui ci sembrava di scorgere un ricordo, un bagliore. Il vero addio è stato quando l’ho guardata negli occhi e ho capito che non mi riconosceva più – ha ricordato Lucarelli -. Ed è stato più doloroso dell’addio al corpo di ieri”.
Sulle critiche ricevute Lucarelli ha un’idea ben precisa: “Di base c’è un enorme corto circuito: siamo così abituati alla strumentalizzazione del dolore trasformato in pochi secondi in rivendicazioni, posizionamenti e fertilizzante per il proprio brand che se uno osa lasciarlo in una stanza, senza esibirlo e sventolarlo, viene additato come cinico”. E quando le viene fatto notare che lei comunque sui social ha scritto della morte della madre, Lucarelli ribatte spiegando che “no, io non ho scritto cosa provo, ho scritto che è morta. E non accetto che mi si dica cosa dovrei provare”. “Questo è un altro aspetto grave: si dà per scontato che la morte di un genitore debba voler dire sofferenza, dolore, che ci si debba chiudere in casa. Io rifiuto questi cliché sulla sofferenza dovuta – spiega ancora la giornalista nell’intervista del Corriere -. Bisogna dire a chiare lettere che ci si può sentire sollevati, anche se non è il mio caso. Non c’è nulla di dovuto, ognuno elabora il lutto come desidera”.
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Alla domanda se si sia pentita di essere andata a Ballando con le stelle ieri sera, Selvaggia replica affermando che non vuole lasciare che siano “il giudizio e il pregiudizio nei miei confronti condizionino e limitino le mie scelte. Lo rifarei altre cento volte. E quello che è successo non mi ha creato ulteriore sofferenza, ma diffidenza e amarezza. E ancora più consapevolezza di quanto la gente sia cinica e giudicante nei confronti altrui”.
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