Nina Moric e Daniele Radini Tedeschi: “La nostra è una favola d’amore fatta di demoni”

di Redazione


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Il rapporto tra la modella croata Nina Moric, recentemente anche pittrice, e l’intellettuale nonché critico d’arte Daniele Radini Tedeschi sembra sempre più consolidarsi nel tempo.

A immortalarli le fotografie rubate, poco più di un mese fa, in cui passeggiano a Milano, su via Montenapoleone, mano nella mano, lei felice e raggiante come mai vista negli ultimi tempi. Sono lontane le ultime dichiarazioni della modella rese, l’anno scorso, nel salotto di “Verissimo”, dove affermò di aver messo da parte l’amore: “Non credo più di riuscire ad essere una compagna. Ormai mi sono svuotata, sono diventata cinica. È meglio che gli uomini stiano lontano da me perché potrei essere soltanto un danno”. E poi le parole rilasciate al programma “Belve”, di Francesca Fagnani, che la vedono come “Una persona da non frequentare”.

Numerose le conferme che Nina e Daniele hanno regalato ai loro followers nelle rispettive pagine Instagram, lei si abbandona a profonde dediche per il suo compagno: “Ovunque sono andata ho perso la mia strada fino a te. E in te ho trovato tutta la strada per tornare da me” e ancora: “Nel frattempo mi sono persa e trovata mille volte prima che ci incontrassimo di nuovo nei sogni”. Due persone che, togliendo l’arte, sembrano lontane anni luce.

La Moric, abituata alle passerelle, è stata spesso protagonista di scandali che ne hanno confezionato un’immagine da “bad girl”, dal linguaggio a volte confuso, talvolta troppo schietto al punto da attirare critiche e polemiche. Lui nobile, discendente da un’antica famiglia piacentina, intellettuale, scrittore, esperto d’arte dalla memoria geniale se si considera che all’età di sei anni già riconosceva titolo e autore di centinaia di quadri nella trasmissione “Scommettiamo che?” allora condotta, sulla rai, da Fabrizio Frizzi e Milly Carlucci. Ma in realtà da una recente intervista, rilasciata da Radini Tedeschi a una testata giornalistica on line e condivisa sulle sue storie Instagram, ognuno sembra aver trovato nell’altro la propria metà in quanto ad accomunarli, dice lui è: “Il disperato bisogno di credere in qualcosa o in qualcuno, la gastrite nervosa, i disturbi del sonno, il malessere esistenziale” e nell’intervista si parla, per la prima volta, di come si sono conosciuti. 

TUTTO NATO DA UNA CRITICA 

Alla domanda della giornalista che chiedeva come si fossero conosciuti ecco la risposta di Daniele: “Invitato da una nota rivista ho scritto una critica negativa ad alcuni suoi quadri (di Nina), seppur ignorassi assolutamente chi fosse l’autrice di quei dipinti. Nina, anziché offendersi, riuscì a trovare il mio numero e mi telefonò. Quel giorno parlammo ore di arte, sino alle quattro del mattino.  Cosa ci accomuna? Il disperato bisogno di credere in qualcosa o in qualcuno, la gastrite nervosa, i disturbi del sonno, il malessere esistenziale. In realtà per guarire noi dovrebbe guarire il mondo…ma il mondo non guarisce. E poi siamo simili nel vivere controcorrente mentre gli altri pensano che la nostra direzione sia contromano; Umberto Eco ci catalogherebbe tra gli “apocalittici”…e chi è “apocalittico” non potrà mai fare il salto negli “integrati”. Io e lei siamo come En e Xanax della canzone di Samuele Bersani, la nostra è una favola d’amore fatta di demoni”. 

“UNA FAVOLA D’AMORE FATTA DI DEMONI”

Per la modella croata, ex moglie di Fabrizio Corona, molti sono stati i “demoni” con cui ha convissuto, noti all’opinione pubblica. Figlia dell’economista Vranka Moric e del matematico Mirko Moric i loro rapporti sembrano ridotti a zero per un estremismo religioso che ha portato i genitori a non accogliere di buon grado la scelta del divorzio con Fabrizio Corona.

E ancora come dimenticare quando, nel 2013, ospite a “Verissimo” da Silvia Toffanin la modella dichiarò: “Da bambina sono finita in ospedale molte volte per colpa di mio padre che abusava di me e mi violentava. Negli anni ho avuto problemi di autolesionismo, bulimia e anoressia, perché pensavo che quel che era successo fosse colpa mia. Ed è anche per questo motivo che sono scappata dalla Croazia a soli 16 anni. Mia madre sapeva, ma preferisco non parlarne”. Violenze ritrattate successivamente in diversi programmi televisivi con la motivazione della sua scarsa familiarità con la lingua italiana. Dirà così che quei comportamenti paterni in realtà erano riferiti a una sopraffazione mentale e non fisica, dovuti a una educazione troppo oppressiva. Una vita, quella di Nina, resa ancora più dolorosa dagli atti di autolesionismo – così ha dichiarato in diverse interviste- e da qualche ricovero per abuso di farmaci. 

NINA E DANIELE “VIVERE CONTROCORRENTE”

L’intervista a Daniele Radini Tedeschi ci consegna l’immagine di una persona sui generis, a tratti oscura, pungente, che non manca di provocazione né si preoccupa di cercare il favore del pubblico. Opinionista, in passato, del programma rai “Vieni da me” condotto da Caterina Balivo e attualmente ospite ad “Applausi” di Gigi Marzullo, alla domanda: “Qual è il suo primo ricordo?” ribatte: “Nella culla benedicevo tutti”. Daniele, della cui vita privata si sa poco o niente, appare un giovane con alle spalle moltissimi successi in ambito accademico ma anche con tanti tormenti, o “demoni”, così definiti da lui.  Nel raccontare la sua adolescenza riporta: “(Ero) Una specie di teppista. Non studiavo, guidavo una decappottabile con l’opera di Rossini a tutto volume. Ricordo lo spavento quando, sfrecciando per le periferie di Roma, si udiva “con un colpo di cannooooone” cantato da Ruggero Raimondi. Successivamente all’università ebbi problemi a causa di una rissa con un professore di RomaTre, abbandonai la facoltà e dopo diversi anni mi iscrissi di nuovo laureandomi però alla Sapienza. La laurea la conseguì solo per una scommessa persa, non ho mai creduto nei titoli di studio”. E poi la scoperta del primo amore: “Avevo tredici anni. Ne conservo un ricordo romantico perché pagai ancora in lire”.

E in merito all’espressione, rimasta proverbiale, “più che alba sei un tramonto” rivolta da lui all’Alba nazionale (Alba Parietti) in un programma televisivo, chiarisce, rispondendo alla domanda della giornalista se, per quella frase, si fosse poi scusato: “Non c’era bisogno delle scuse in quanto l’alba è sempre noiosa, mentre il tramonto annuncia la morte, ossia “la prima notte di quiete”. Ma forse ci vuole profondità per capirlo, non basta sposare un filosofo”.

A legare Nina e Daniele, oltre all’amore, probabilmente un “malessere esistenziale” ormai diventato così familiare a tal punto da scherzarci su tanto che i due, nelle storie delle loro pagine Instagram, pubblicano la medesima immagine: un cestino da ghiaccio con dentro una bottiglia di vino, un flaconcino di gocce (chiara allusione a un farmaco calmante o antidepressivo) e un libro di Freud dal titolo “Casi clinici”. A fare da sottofondo il pezzo della canzone “Psycho Killer” dei Talking Heads in cui, tra ossessioni e nevrosi, si dice “Siamo vani, siamo ciechi”. 

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