Barbara De Rossi, nota attrice, intervistata dal quotidiano La Ragione, ha parlato della trasmissione Amore Criminale, confessando anche qualche doloroso aneddoto della sua vita.
L’artista 62 anni ha raccontato: “Non ho mai parlato di questa vicenda e mai ne parlerò perché su questa ‘giostra’ non ci salgo nemmeno se mi danno la qualunque. Perché riesco a parlare con le donne? Perché so cosa significa essere maltrattate, quali sono i meccanismi per i quali ci si cade. Ma tutto ha a che fare con il sentimento. Io mi imbestialisco quando sento qualcuno dire di una donna maltrattata: ‘Ma come ha fatto? Non ha carattere’. No, non funziona così. Il maltrattamento è assolutamente filtrato dal sentimento non dal carattere. Perché io sono una persona dal carattere abbastanza forte e se ci sono cascata io, ci può cascare chiunque. Vi garantisco che è così. Quanti anni avevo quando ho vissuto questa esperienza? 50 anni”.
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L’attrice ha aggiunto: “È dal ’98 che mi batto per i diritti delle donne, continuo a farlo anche senza l’amplificatore della TV… hanno deciso così. Se ci sono rimasta un po’ male? Certo che sì. Nonostante sapessi si trattasse di una staffetta nella conduzione, andavo avanti con ottimi risultati e soprattutto con un seguito importante di donne. Me ne accorgevo non solo dagli ascolti. Quando è venuta a mancare la TV ho solo fatto molta più fatica ma io continuo le mie battaglie come prima”.
Barbara De Rossi, poi, ha sottolineato che oggi “il linguaggio della TV è cambiato, si è inserita la volgarità. Questa TV non la riconosco più. E non è una questione di budget ma proprio di usi e costumi diversi. Inutile che ci battiamo, ormai viviamo dentro la volgarità, tanto che non ci stupiamo nemmeno più”.
Infine, sul lavoro dell’attrice, De Rossi ha detto: “Io vorrei riuscire a fare il mio lavoro bene, ma non è sempre così facile. Ci si riesce in teatro che è l’ultima grande occasione di libertà dove poter scegliere il testo e con chi lavorare. E questa è una grande libertà perché non è che ne abbiamo poi più tanta. Oggi se vuoi lavorare devi entrare dentro certe ‘scatole’, ti devi adattare”.