“Io ci sono”, la vera storia di Lucia Annibali stasera su RAI Premium

di Romina Ferrante


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Andrà in onda stasera su Rai Premium il film TV “Io ci sono“, diretto da Luciano Manuzzi, con Cristiana Capotondi, nei panni della giovane avvocatessa marchigiana Lucia Annibali, sfregiata con l’acido nel 2013 da due uomini su incarico dell’ex fidanzato.

Da quel momento la donna si è sottoposta a tantissimi interventi chirurgici, mostrando con orgoglio e coraggio il proprio volto sfigurato in pubblico per portare alla ribalta il problema della violenza sulle donne.

Il film è tratto dal libro “Io ci sono – La mia storia di non amore”, scritto da Lucia Annibali insieme alla giornalista Giusi Fasano per raccontare il suo dramma e stigmatizza la difficile condizione femminile nel nostro Paese.

La tragedia

La sera del 16 aprile del 2013 Lucia Annibali rientra a casa dopo la lezione in palestra e viene assalita da un uomo incappucciato, che le tira addosso dell’acido. La giovane avvocatessa di Pesaro sente la pelle bruciare e in pochi istanti perde la vista.

Capisce subito che dietro quel gesto si nasconde l’ex fidanzato Luca Varani, avvocato come lei, con il quale aveva vissuto una relazione travagliata.

La pellicola racconta attraverso una serie di flashback la storia di Lucia e Luca, il loro primo incontro e la passione nata fra i due nel 2009. Poi i primi dubbi di lui, che sta da 10 anni con Ada la compagna di sempre, una relazione che non ha per niente intenzione di mettere in discussione, anche se continua a vedere anche Lucia all’inizio ignara di tutto.

Presto un’amica che conosce bene entrambe le donne rivela a Lucia la reale situazione di Luca. Tuttavia, la relazione turbolenta continua fino a quando lei non decide di tagliare definitivamente i ponti con Luca e cambiare numero di telefono. Da quel momento l’uomo sente di avere perso il controllo sulla donna e si trasforma in un vero e proprio stalker.

Tra suppliche e minacce i due tornano insieme fino a quando arrivano ancora una volta al punto di rottura quando al culmine di un litigio per gelosia lui non le molla uno schiaffo sul viso. I due si lasciano nuovamente e lui comincia a perseguitarla, a seguirla, arriva addirittura a manomettere l’impianto del gas.

Nel frattempo, Ada era rimasta incinta di una bambina, ma questo non lo distoglie dai suoi piani di vendetta e assolda due sicari albanesi Altistin Prevcetaj e Rubin Ago Talaban per sfigurarle il volto.

La condanna

Il 10 maggio 2016 la Corte di Cassazione 2016 ha confermato la condanna a 20 anni per Luca Varani e Rubin Ago Talaban e Altistin Precetaj a 12 anni.

Il 22 maggio 2014 Luca Varani ha tentato il suicidio nel carcere di Castrogno (Teramo), impiccandosi con un lenzuolo alle sbarre della finestra della sua cella.

L’esempio

Dopo quel tragico evento Lucia Annibali ha iniziato un vero e proprio calvario. Viene da subito presa in cura dal Centro Grandi Ustionati di Parma e diventando il simbolo della lotta contro la violenza sulle donne. Per la sua opera di sensibilizzazione dell’opinione pubblica il Presidente Giorgio Napolitano l’8 marzo 2014 le ha conferito la carica di Cavaliere al merito della Repubblica.

La storia di Lucia Annibali è una storia di morte e di rinascita. Una storia intrisa di dolore e di violenza, ma anche di consapevolezza e crescita personale. L’aggressione subita ha trasformato Lucia Annibali per sempre e da quel triste giorno è nato un impegno politico diretto contro la violenza sulle donne, coì come diverse norme contro il reato di stalking.

Il suo obiettivo è quello di dare voce e sostegno alle donne vittime di violenza fisica e psicologica e far capire come la violenza sulle donne non sia una semplice emergenza sociale, ma un fatto strutturale che va affrontato con l’istruzione e la prevenzione per combattere i pregiudizi già a partire dalla scuola.

LEGGI ANCHE: Violenza sulle donne: i campanelli d’allarme da non sottovalutare e Violenza sulle donne, i numeri terrificanti dell’ “amore” malato

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