Dopo il divieto in Libano e Kuwait, anche l’Algeria ha vietato la proiezione nelle sale cinematografiche del discusso film “Barbie”, l’attesa pellicola hollywoodiana con Margot Robbie e Ryan Gosling. Il ministero della Cultura algerino ha ordinato il ritiro immediato del film dai cinema del paese, con l’accusa di promuovere l’omosessualità e di non rispettare le credenze religiose e culturali della nazione nordafricana a maggioranza musulmana.
Il film “Barbie” aveva già riscosso un grande successo in Algeria, registrando il tutto esaurito nelle sale cinematografiche fin dal giorno della sua uscita. Ma le polemiche non sono mancate, con accuse al film di minare la morale pubblica. E l’Algeria non è nemmeno il primo paese arabo a vietare la pellicola: anche Libano e Kuwait ne avevano proibito la visione, con la motivazione di proteggere l’etica pubblica dalla presunta promozione dell’omosessualità.
Il film, che racconta la storia della celebre bambola che esplora il mondo reale e la propria identità, non è andato giù ai religiosi più integralisti. Una trama di formazione che, secondo i detrattori, conterrebbe impliciti messaggi su tematiche LGBTQ+ inaccettabili per la cultura tradizionale del mondo arabo. Anche la Russia aveva criticato il film.
Come prevedibile, il divieto imposto dal governo algerino ha scatenato polemiche e proteste sui social media, dove molti hanno denunciato l’atto come censura bigotta e retrograda. La scrittrice Leila Belkacem ha criticato aspramente la decisione del paese africano di vietare il film della bambola più famosa del mondo: “Parlano di minaccia alla moralità, quando i censori si rimpinzano di film porno a casa loro. Non siete stanchi di trascinare il paese nei vostri deliri oscurantisti?”.
Anche molti spettatori delusi dal divieto hanno espresso la loro rabbia con l’hashtag #IAmBarbie, rivendicando il diritto di vedere un film di successo e innocuo. C’è anche da dire che non è la prima volta che l’Algeria applica una rigida censura: la settimana scorsa un canale TV è stato sospeso per aver mandato in onda contenuti giudicati contrari ai precetti religiosi. Nonostante le proteste, il governo algerino non ha fatto marcia indietro, confermando il bando per “Barbie”. Una scelta controversa che priva il pubblico della visione di un film da oltre 1 miliardo di dollari di incasso nel mondo.