“Sono venuta a Sanremo a testimoniare la vita, a portare leggerezza e musica da ballare: stiamo andando verso la primavera, il peggio è passato, anche nella mia vita”.
Donatella Rettore torna sul palco dell’Ariston dopo 28 anni, e dopo un’esperienza di malattia. Un tumore al seno scoperto durante un controllo di routine e una doppia operazione nel marzo 2020, in pieno lockdown, eseguita all’Istituto Oncologico Veneto.
“Sono stata salvata dallo IOV in piena pandemia – ha raccontato la cantante 66enne – adesso sono trascorsi due anni esatti, due anni lunghissimi ma anche bellissimi. Ero tranquilla, mi sottoponevo a controlli periodici, ma quella volta la mia ginecologa, visitandomi, mi disse: ‘Non mi piace il sassolino che hai qui’. Mi sono fatta fare l’impegnativa per una ecografia e una mammografia, invece mi hanno fatto subito un ago aspirato: nel giro di pochissimi giorni sono stata ricoverata e sottoposta a intervento chirurgico”.
Rettore ha continuato: “Avevo un chicco di riso, piccolo ma molto scatenato e cattivo. Tanto che l’esame istologico non è risultato buono, e sono dovuta tornare in sala operatoria”.
La Rettore è stata operata da Gianfranco Mora, direttore dell’Unittà operativa complessa di Chirurgia Senologica 2, sede Iov di Castelfranco Veneto. “Medici e infermieri sono stati tutti dolci e carinissimi – ha raccontato – persone di grande competenza e amore per gli esseri umani. Se avessi aspettato il mio percorso sarebbe sicuramente stato diverso, invece il tumore è stato preso subito da chi è pratico del bisturi”.
È seguito un periodo di follow-up, controlli che hanno confermato il suo ottimale stato di salute”. La voglia di cantare non l’ha mai abbandonata. “Sei vivo, e quando sei vivo devi fare cose. Alle donne e agli uomini che stanno affrontando una storia di cancro – ha ripetuto la Rettore – dico che bisogna continuare a crederci, tirare fuori tutta la forza che si ha in corpo. A tutti dico che è fondamentale fare prevenzione: spesso è una lotta contro il tempo e non bisogna avere tentennamenti o dubbi. Se temporeggiamo, non facciamo che peggiorare la situazione. E ricordo che si può contribuire alla ricerca scientifica, devolvendo il 5 per 1000 all’Istituto Oncologico Veneto”.
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