Un preservativo che cambia colore quando rileva la presenza di una malattia sessualmente trasmissibile: ecco una delle ultime novità che a breve potrebbe essere proposta come ulteriore forma di prevenzione nei confronti di quelle malattie da cui molto spesso non siamo in grado di difenderci adeguatamente. Un’idea originale, ma anche utile, premiata ai Ten Tech Award di Londra: è l’invenzione di tre adolescenti della Isaac Newton Academy di Ilford nell’Essex, in Gran Bretagna.
Questi tre giovani ragazzi britannici lo hanno chiamato S.T.EYE: sembrerebbe un comune condom, invece è un tipo di preservativo speciale in grado di cambiare colore quando viene a contatto con un soggetto che ha una malattia sessualmente trasmissibile, e questo grazie a un particolare strato di lattice di cui è rivestito. Questa guaina in lattice contiene infatti particolari molecole che si “attaccano” ai batteri e ai virus, e in relazione al tipo di patologia, il preservativo cambia colore.
Ovviamente non sono proprio tutte le malattie che questo particolare preservativo è in grado di intercettare, ma solo ed esclusivamente quelle che possono trasmettersi per mezzo di rapporti sessuali, come la clamidia, per fare un esempio. In tal caso il preservativo diventerà verde, giallo se si tratta di herpes, viola in caso di papilloma virus, mentre il blu è il colore associato a una delle patologie più temute, la sifilide.
Può sembrare una sciocchezza, quasi un’invenzione divertente, ma non lo è se consideriamo che soprattutto nella fasce di popolazione più giovane si annidano il maggior numero di batteri e virus trasmissibili per via sessuale. In Italia, ad esempio, soltanto la Chlamydia Trachomatis ha una diffusione del 3,2% e con una prevalenza nella fascia di età tra i 15 e i 19 anni. La maggior parte di queste infezioni, poi, sono quasi del tutto asintomatiche, per cui chi ne è affetto spesso ne viene a conoscenza soltanto quando già sono emerse criticità per la salute. Oltre alle campagne di sensibilizzazione, il preservativo che cambia colore potrebbe quindi contribuire alla prevenzione di molte malattie sessualmente trasmissibili.