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Proteste continue in Polonia: l’aborto è illegale
Migliaia di persone in piazza, tensione e terrore in Polonia: adesso l’aborto è illegale. È entrata in vigore la contestata norma sull’aborto che lo vieta anche in caso di malformazione del feto. Stabilita da una sentenza della Corte Costituzionale lo scorso ottobre.
Viene sancito l’incostituzionalità e dunque il divieto quasi totale di interrompere volontariamente la gravidanza.
Infatti, secondo quanto chiarisce il tribunale, la suddetta pratica resterà ammissibile solo qualora ci fosse un’alta probabilità di danni irreversibili o letali al feto, se la vita della madre fosse in pericolo e nei casi di incesto e di stupro.
L’annuncio del governo ha infuriato il gruppo Women’s Strike che, insieme studenti, movimenti femministi, organizzazioni per i diritti LGBT+ e gran parte della società civile, già nelle scorse settimana aveva animato manifestazioni e proteste contro un governo sempre più autoritario che emana provvedimenti profondamente restrittivi che ledono la protezione dei diritti umani.
A Varsavia i manifestanti hanno acceso razzi, sventolato bandiere arcobaleno, emblema dei movimenti gay, oltre a cartelli con scritte secondo cui la sentenza in vigore “Significa guerra”.
Nonostante il Covid19, la gente profondamente indignata è scesa in piazza.
Per i sostenitori dei diritti civili l’entrata in vigore della nuova legge è un ulteriore passo verso la limitazione delle libertà delle donne, anche perché implica che sempre più persone ricorreranno a metodi illegali per abortire o viaggeranno all’estero per farlo.
Sembrerebbe, inoltre, che molti ospedali abbiano già iniziato a vietare ai propri medici di eseguire aborti per malformazioni del feto temendo che potessero esserci conseguenze legali per i loro medici.
Il governo polacco, del resto, è guidato dal partito di destra Diritto e Giustizia (PiS), molto vicino alle gerarchie cattoliche che hanno un ruolo molto attivo nella politica del paese e lo sostengono.
Il sindaco di Varsavia, Rafal Trzaskowski, ha detto che la decisione di pubblicare la norma in Gazzetta è “contro la volontà dei polacchi” ed è stato “un atto consapevole e calcolato a danno dello stato”.
Marta Lempart, una delle persone che ha organizzato le proteste di mercoledì, ha aggiunto che “stiamo parlando di incompetenza, corruzione e dell’assoluto declino dello Stato, pertanto questi uomini stanno facendo ciò che sanno fare meglio: portare via i diritti e le libertà dei cittadini”. Riportato così da IoDonna.
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