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Perché Sabrina Ferilli ha criticato la nuova copertina di Vanessa Incontrada?
Dopo la famosa cover senza veli del 2020, Vanessa Incontrada ha accettato di nuovo di fare la copertina di “Vanity Fair”. Se la prima volta questa decisione è stata ben accetta e condivisa dal pubblico e dai colleghi che l’hanno appoggiata, stavolta ha sollevato parecchie critiche perché molti l’accusano di stare speculando sul (presunto o reale) Body Shaming di cui sarebbe vittima.
Sabrina Ferilli attacca Vanessa Incontrada
Così, mentre Vanessa Incontrada continua a lamentarsi per gli attacchi alla propria fisicità, la collega, Sabrina Ferilli, è intervenuta sulla querelle dicendo parole non proprio tenere nei suoi confronti : “Storie che non hanno più senso, magari fare una copertina in meno e raccontare di più il lavoro che si fa” ha commentato.
Vanessa Incontrada, prima il silenzio poi la seconda copertina
Dopo le polemiche sul “body shaming” e le foto del “Settimanale Nuovo” che immortalavano le forme giunoniche della Incontrada, Vanessa ha replicato a “Vanity” – che le ha dedicato la copertina con un titolo eloquente: “Sei bellissima” (sulla scia dei cori al concerto di Gigi D’Alessio) – con “il silenzio e l’indifferenza”.
Sabrina Ferilli a Vanessa Incontrada: “Dai su! Ma basta!”
Ma l’ennesima intervista con tanto di copertina non è andata giù alla Ferilli, che sui social si è sfogata: “Chi ha criticato l’attrice? Critico questo modo di raccontare tutto ed il contrario di tutto che porta a un corto circuito insopportabile! Probabilmente s’è rotta le balle anche lei di essere messa in mezzo a sta storia che non ha più senso. Dura da secoli! È che uno a un certo punto, da donna matura, deve pure capire che ste storie non hanno più senso e magari fare una copertina in meno e raccontare che lavoro sta facendo. Visto che meritatamente lavora tanto. Dai su! Ma basta!”.
Qualche riflessione è d’obbligo
A dire il vero, in realtà, qualche dubbio sulla necessità di fare una seconda copertina ci sta. La Incontrada, infatti, ha tanti anni di carriera alle spalle, è un’attrice e conduttrice affermata, lavora in tv, al cinema e in teatro, perché per la seconda volta ha accettato di finire su una copertina dove l’accento è posto sui suoi chili e sull’ipocrita scritta «Sei bellissima» (urlato mentre lei – imbarazzata – mangiava una mozzarella e chiedeva a Gigi D’Alessio «Perché a me fai mangiare la mozzarella e agli altri ospiti no?»)?
Nonostante lei affermi che le critiche sul suo fisico, così come le foto rubate mentre è al mare, non la feriscano dicendo «Rispondo con l’indifferenza» non è chiaro perché accetti l’ennesima copertina (e intervista) in cui il focus sia, ancora una volta, il suo corpo. Se fosse davvero indifferente alle critiche, alle offese, alle foto fatte a sua insaputa e sbattute in prima pagina perché accetta il compromesso di puntare i riflettori sul suo corpo per parlare (e far parlare) di sé?
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A questo si aggiunge il fatto che, in trealtà, la foto di copertina di Vanity Fair è ritoccata perché anche l’imperfezione che si cerca di sdoganare deve sottomettersi a certi diktat. Il risultato è che Vanessa Incontrada, con questa copertina, è vittima due volte: di una società che la vuole diversa, più magra e più in forma, e di una società che finge di volerla così com’è. «Sei bellissima», titola Vanity Fair, ma in prima pagina non c’è l’Incontrada apparsa in tv poche settimane fa. Quindi appare legittimo chiedersi a che gioco (si) stia giocando. Il “diverso” ( in questo caso il corpo di Vanessa) è ancora considerato “fuori dal comune” e accettarlo sembra un’opera pia di cui andare fieri.
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Se quando è iniziata, la sua battaglia aveva il significato preciso di combattere il body shaming e gli haters e raccontare la normalità di un corpo che non entra (più) in una taglia 40 oggi si è svuotata di significato per riempirsi di slogan vuoti, retorica e foto ritoccate che non raccontano la vera Vanessa Incontrada, ma quella che tutti vorrebbero che fosse, magari a cominciare proprio da lei stessa.
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