Oscar 2016, tutti i vincitori delle ambite statuette

di Elisa Malizia


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Ieri è stata la notte delle stelle, quella che ha visto premiare i migliori film e le migliori interpretazioni, quell’Academy Award che ha finalmente visto trionfare Leonardo DiCaprio come miglior attore protagonista, anche se gli attori famosi che non hanno mai vinto un Oscar sono tanti e di talento, quindi il club di cui Leonardo è ormai un ex accolito è una élite di tutto rispetto. La serata degli Oscar è un evento mediatico mondiale che tiene miliardi di persone incollate alla tv, le star che calcano il red carpet sono di primo piano, e i premi di ieri sera hanno (teoricamente) visto trionfare le più brillanti tra queste star. Vediamo quindi nel dettaglio tutti i vincitori degli Oscar 2016, in questa edizione numero 88.

Academy Awars 2016: i vincitori

Miglior Attore Protagonista: Leonardo DiCaprio

Come anticipato, Leonardo DiCaprio si porta a casa la statuetta come miglior attore protagonista grazie all’interpretazione nel film “The Revenant – Il Redidivo”, storia ambientata nei primi anni del 1800 in un’America spietata e selvaggia. Il film è tratto dall’omonimo romanzo del 2003 di Michael Punke, a sua volta ispirato parzialmente da una storia vera. Leonardo ha ringraziato con un discorso molto “formale” tutta la troupe del film e l’Academy che lo ha premiato, aggiungendo dei cenni ai temi ecologici che gli stanno molto a cuore; i suoi occhi azzurri, però, scintillavano di gioia. Complimenti dunque al grande DiCaprio!

Miglior attrice protagonista: Brie Larson

Brie Larson ha già ricevuto molti premi grazie alla sua interpretazione nel film “Room” e l’Oscar come attrice protagonista è la ciliegina sulla torta. Californiana, 26 anni, la Larson ha una lunga carriera cinematografica e televisiva alle spalle, iniziata quando aveva appena 9 anni. Icona del cinema indipendente, Brie recita una parte ingombrante, quella di una ragazza rapita e segregata in casa da un maniaco che la renderà anche madre. “Room” è un film duro, tratto da un romanzo altrettanto scioccante della scrittrice Emma Donaghue, arrivato in Italia con il titolo “Stanza, letto, armadio, specchio”.

Miglior attore non protagonista: Mark Rylance

Mark Rylance arriva all’Oscar a 56 anni, grazie al film “Il Ponte delle Spie” di Steven Spielberg. Attore inglese molto attivo nel teatro, sensibile alle questioni sociali (è legato alle associazioni che si occupano di salvaguardare le popolazioni indigene del centro e sud America), Rylance si porta a casa l’Oscar come miglior attore non protagonista, dopo aver vinto anche il BAFTA Award.

Miglior attrice non protagonista: Alicia Vikander

Attrice e modella svedese, 26 anni, nota alle cronache rosa per essere la compagna dell’attore Michael Fassbender, la Vikander guadagna l’Oscar come migliore attrice non protagonista grazie alla sua ottima interpretazione nel film “The Danish Girl”, ruolo grazie al quale aveva già ottenuto il BAFTA. “The danish girl” è ambientato negli anni ’20, ma la storia è di attualità: Einar Wegener, nato uomo, decide di sottoporsi ad una serie di interventi chirurgici per diventare donna a tutti gli effetti, con il supporto di sua moglie. Wegener diventerà così il primo transessuale della storia, vivendo da quel momento con il nome di Lili Elbe.

Miglior regista: Alejandro González Iñárritu

Il regista messicano si aggiudica anche quest’anno l‘Oscar come miglior regista, è siamo ormai alla quarta statuetta per il visionario artista, amatissimo da DiCaprio dopo l’esperienza vissuta insieme girando “The Revenant”. Iñárritu vanta innumerevoli premi, guadagnati tutti con merito grazie alle sue opere mai banali, che raccontano storie di outsider, a prescindere dalle epoche e dalle ambientazioni. Dominatore nel 2015 grazie al film “Birdman”, anche quest’anno il regista centroamericano raccoglie un successo non certo a sorpresa.

Miglior Film e Miglior Sceneggiatura Originale: “Il caso Spotlight”

Il film narra la storia venuta a galla grazie all’impegno di alcuni giornalisti del Boston Globe, i quali scoprirono casi di pedofilia all’interno della chiesa cattolica americana, insabbiati dall’arcivescovo Bernard Francis Law. Il quotidiano vinse il Pulitzer grazie a questa terribile storia e al coraggio del direttore, Marty Baron e di 5 suoi giornalisti: Ben Bradlee Jr, Walter Robinson, Mike Rezendes, Sacha Pfeiffer e Matt Carroll, i quali non esitarono a inimicarsi un’istituzione potente come la chiesa, pur di dare giustizia a migliaia di ragazzini abusati. Un plauso con tanto di Oscar anche per gli sceneggiatori del film, Tom McCarthy e Josh Singer, che hanno saputo raccontare una storia tanto complessa e oscura.

Miglior film straniero: “Il figlio di Saul” (Ungheria)

Un film ispirato agli ebrei costretti ad assistere i nazisti nella loro opera di sterminio nei campi di concentramento. Saul Ausländer ha il compito di ripulire le camere a gas e durante una di queste terribili pulizie vede dei medici nazisti uccidere un ragazzo, sopravvissuto alla doccia mortale. Saul si convince che quel ragazzo è suo figlio e cerca un rabbino per dare alle spoglie una degna sepoltura, evitandogli così la cremazione, prassi nei lager nazisti. Questo film ungherese , diretto da László Nemes, aveva già ottenuto il Golden Globe, sempre nella categoria “Miglior film straniero”. Una storia non facile da digerire, ma ispirata a fatti che non possiamo dimenticare.

Miglior film d’animazione: “Inside Out”

Questo film d’animazione creato dalla Pixar e distribuito dalla Disney ha lasciato in lacrime milioni di persone. Riley ha 11 anni e in lei convivono 5 emozioni specifiche: Gioia, Tristezza, Rabbia, Disgusto e Paura. La storia è incentrata sulle emozioni prima positive e poi negative che formeranno la ragazzina, dalla prima infanzia felice in Minnesota, passando per il trasferimento non voluto a San Francisco. Una storia di formazione emozionale che fa riflettere soprattutto gli adulti.

Miglior sceneggiatura non originale: “La grande scommessa”

La sceneggiatura non originale del film, noto anche con il titolo originale “The big short”, è stata scritta dagli sceneggiatori Adam McKay e Charles Randolph, basata sull’omonimo libro del giornalista Michael Lewis del 2010 e interpretato da attori di primo piano come Brad Pitt e Christian Bale, quest’ultimo candidato non vincitore per la categoria “Miglior attore non protagonista”.

Miglior documentario: Amy

La triste vita di successo della cantante Amy Winehouse raccontata dal regista Asif Kapadia. La breve vita di Amy, cantante di straordinario talento, stroncata a  27 anni dai suoi ripetuti abusi di alcol e droghe. Nonostante l’Oscar, la famiglia Winehouse continua a dissociarsi e a non trovare veritiero il docu-film sull’artista inglese. Il premio dell’Academy è solo l’ultimo di una lunga serie di riconoscimenti.

Miglior colonna sonora: Ennio Morricone per “The hateful eight”

Il maestro Morricone, applauditissimo ieri sera, riceve l’Oscar per la miglior colonna sonora, legata al film di Quentin Tarantino “The hateful eight”. Il premio dell’Academy arriva dopo quello alla carriera, ricevuto nel 2007, e ad altri innumerevoli e prestigiosi riconoscimenti, dai BAFTA ai Golden Globe.

Miglior canzone: Sam Smith, “Writing’s on the wall”, dal film “Spectre”

Le canzoni legate alle gesta di James Bond diventano sempre dei successi e quasi sempre l’artista che l’ha interpretata guadagna l’Oscar, come ben ricorda anche la cantante Adele, vincitrice dello stesso premio nel 2013. Anche in questo caso il fortunato e talentuoso cantante è inglese, si chiama Sam Smith e ha appena 23 anni.

Vediamo in breve, ora, tutti gli altri Oscar assegnati quest’anno:

Miglior fotografia: Emmanuel Lubezki, direttore della fotografia messicano, per il film “The Revenant – Il Redivivo”

Miglior scenografia: Colin Gibson e Lisa Thompson per il film “Mad Max – The fury road”

Migliori costumi: Jenny Beavan, costumista britannica, per il film “Mad Max – The fury road”

Migliori effetti speciali: Andrew Whitehurst, Paul Norris, Mark Ardington, Sara Bennett per il film “Ex Machina”

Miglior sonoro: Chris Jenkins, Gregg Rudloff, Ben Osmo per il film “Mad Max – The fury road”

Miglior Montaggio: Margaret Sixel per il film “Mad Max – The fury road”

Miglior Montaggio Sonoro: Mark Mangini e David White per il film “Mad Max – The fury road”

Miglior trucco: Lesley Vanderwalt, Elka Wardega, Damian Martin per il film “Mad Max – The fury road”

Miglior cortometraggio: “Stutterer”, regia di Benjamin Cleary e Serena Armitage

Miglior cortometraggio documentario: “A Girl In The River: The Price Of Foregiveness”, regia di Sharmeen Obaid-Chinoy

Miglior cortometraggio d’animazione: “Bear Story”, regia di Gabriel Osorio and Pato Escala

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