Gran lavoratrici le donne italiane, lavorano ogni giorno 326 minuti più degli uomini: secondo il rapporto dell’OCSE ogni donna italiana dedica 36 ore la settimana alle faccende domestiche (contro le 14 degli uomini), a cui si aggiungono 11 ore di lavoro settimanali in più che una donna che abbia una professione fuori casa, si sobbarca per accudire figli e anziani. Una condizione mortificante, dato che tutto questo darsi un gran da fare in realtà non porta né un riconoscimento professionale né una busca paga più consistente. Per dirla brevemente le donne italiane lavorano di più ma guadagnano meno sia in termini di gratificazione personale che in denaro.
Dati alla mano, le donne italiane sul piano professionale sono decisamente indietro rispetto alle colleghe europee, ma in compenso le stime ci dicono che l’imprenditorialità femminile, nonostante tutto, è decisamente in crescita, e secondo molti indicatori economici il contributo professionale femminile potrebbe agevolare la ripresa economica del nostro paese, a patto però che le altre faccende non remunerate di cui le donne si occupano vengano condivise in qualche modo con il proprio compagno.
E’ evidente che nascere maschio o femminina, ancora oggi, condiziona notevolmente le opportunità economiche e di carriera, specialmente considerato che, oggi, molte madri, per occuparsi dei figli e della famiglia, sono costrette a prendere un impegno di lavoro part-time. Ma la realtà è che tra faccende domestiche, lavoro in ufficio, e gestione familiare, le donne in pratica lavorano tutto il giorno senza che gli venga riconosciuto alcun compenso per la fatica e l’impegno.
In coda all’Italia si collocano il Giappone, l’India, la Spagna, la Nuova Zelanda, la Turchia, il Canada, la Corea e infine la Francia.