Maurizio Costanzo ha fatto una rivelazione parlando con Michele Santoro di un episodio occorso durante la registrazione del “Maurizio Costanzo Show”, che compie 40 anni e che andrà in onda stasera in seconda serata tv su Canale 5 -, la trasmissione contro la mafia e l’attentato subito vicino al teatro Parioli.
Maurizio Costanzo: «Messina Denaro presente in platea durante vecchia puntata del mio show»
“In platea qui al Parioli tra il pubblico, ad assistere al mio show, ci fu una volta anche il boss latitante della mafia Matteo Messina Denaro! Mi hanno fatto vedere dopo le foto”. A rivelarlo Maurizio Costanzo, rievocando con Michele Santoro – durante la registrazione del “Maurizio Costanzo Show”, che compie 40 anni e che andrà in onda stasera in seconda serata tv su Canale 5 -, la trasmissione contro la mafia e l’attentato subito vicino al teatro Parioli. “Magari lo show gli sarà piaciuto, si sarà divertito”, chiosa Costanzo.
Il processo di Appello che vede imputato Matteo Messina Denaro per le stragi di Capaci e via D’Amelio prenderà il via il 4 maggio, così come stabilito dalla Corte d’Assise d’Appello di Caltanissetta. In primo grado il latitante era stato condannato all’ergastolo. La corte d’Assise di Caltanissetta, presieduta dal giudice Roberta Serio, lo ha dichiarato colpevole degli attentati di Capaci e via D’Amelio. Capo della mafia trapanese, Messina Denaro, ricercato dal 1993, è stato tra i responsabili della linea stragista di Cosa nostra imposta dai corleonesi di Totò Riina.
Giuseppe Graviano e Matteo Messina Denaro erano tra gli spettatori del Maurizio Costanzo show. Vi è anche una fotografia che raffigura i due boss mafiosi in mezzo al pubblico un anno prima dell’attentato del 14 maggio 1993 al conduttore Mediaset e all’allora fidanzata Maria De Filippi. Era il 1992 quando i due boss si infiltrarono fra il pubblico della trasmissione per studiare l’obiettivo e la foto è ora agli atti giudiziari.
Ecco le parole del boss palermitano: “Nel 1992 a Roma, quando c’era Falcone al Costanzo, dove si sedeva, c’erano otto persone. Eravamo io, palermitani, due di Brancaccio, miei, due di… che poi se ne sono andati che avevano un matrimonio e altri due che si sono fatti pentiti, uno di Castelvetrano e uno di Mazara del Vallo: Sinacori e Geraci“. Da quelle parole è scattata l’indagine, che ha scandagliato le foto legate alla trasmissione nel periodo individuato. Si è potuto verificare che tra gli spettatori c’erano anche i due boss, lo stesso Graviano e Matteo Messina Denaro, andati al teatro dei Parioli ad assistere allo “Show”.
Il Fatto sottolinea però che le parole di Graviano sulla sua partecipazione al Costanzo Show corrispondono a verità precisando comunque anche che la sera in cui il boss era alla trasmissione, l’ospite di punta non era Falcone ma un altro personaggio importante. Dopo quella puntata in tv, l’attentato fu rinviato per più di un anno e realizzato il 14 maggio. A salvare il conduttore fu soltanto il caso: quella sera con Costanzo non c’era il solito autista, con la sua Alfa 164, ma un sostituto in Mercedes. Fu quella sorpresa a causare l’attimo di esitazione per i killer, e solo quell’attimo evitò la strage. Costanzo era finito nel mirino della mafia in seguito a una serie di iniziative particolarmente pesanti contro la criminalità organizzata. In particolare nel settembre 1991 aveva organizzato una trasmissione a reti unificiate con Michele Santoro per commemorare Libero Grassi, l’imprenditore ucciso dopo aver detto in tv che non avrebbe mai pagato il pizzo.