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Massimo Ranieri in concerto: noi c’eravamo! Reportage da Villa Reale a Monza
Non saper nuotare é stato per lui il modo per iniziare a cantare e prendere il volo con la sua carriera che quest’anno tocca il quarantesimo anno d’età.
“Mentre i miei amici, a Napoli, stavano sott’acqua a fare le balene incitando il pubblico a buttare monetine” racconta durante i suoi concerti, “tra una canzone e l’altra Io cantavo: e chi l’avrebbe mai detta che sarebbe finita cosà, ero solo un bambino all’epoca”.
Uno spettacolo molto scenografico quello proposto durante il concerto di Massimo Ranieri ieri alla Villa Reale di Monza: ogni canzone é un vero show come solo un artista del suo calibro sa fare.
Apre con Se bruciasse la città , iniziando subito a ballare e ricreare una sorta di musical sul palco: tutte donne attorno a lui, una decina di ballerine sempre con abiti diversi, cappelli particolari, pronte a ballare e recitare sulle note delle canzoni di Massimo Ranieri.
A seguire inserisce nello spettacolo canzoni di altri autori da lui stimati: Almeno tu nell’universo di Mia Martini, La Cura di Battiato (per la quale si cimenta in un balletto romantico-erotico con una giovane ballerina in tutù bianco) e Se stasera sono qui di Eduardo Vianello dove si lascia andare in coreografie da vero ballerino, facendo notare il suo fisico atletico e asciutto, seppur cinquantottenne.
Ancora donne ad accompagnarlo: oltre alle ballerine dietro di lui un’orchestra interamente femminile: tastiera, violino, tromba, per un accompagnamento di alto livello oltre che scenograficamente coinvolgente.
A chiusura della serata come ogni buon fan poteva aspettarsi ecco Rose Rosse e, subito a seguire Perdere l’amore: due canzoni che hanno fatto la storia della musica e che hanno segnato la carriera di quel ragazzino napoletano di nome Giovanni Calone, in arte Massimo Ranieri.
Il tour del cantante proseguirà fino all’anno prossimo, con date in tutta Italia; una nota dolente in tutto il concerto perà é da sottolineare, e si spera che nei prossimo concerti il comportamento dell’artista sia migliore: ritardo di 45 minuti prima di iniziare e fuga su macchina con autista durante le ultime note della canzone finale, cosà da non doversi concedere nemmeno qualche minuto agli autografi del pubblico che lo attendeva speranzoso.
Forse Massimo Ranieri dovrebbe ricordare che i suoi quarant’anni di carriera li deve proprio al suo pubblico, quello stesso pubblico che dopo il concerto non ha voluto incontrare.
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