Nessuno può sapere quale dolore si nasconda in ognuno di noi. Così Maria Monsé, la mamma amorevole di Perla Maria, avuta dal marito Salvatore Paravia 16 anni fa, si è racconta in un’intervista al settimanale “ Ok Salute e Bellezza”, svelando il suo dramma di aver avuto due aborti che l’hanno molto provata.
Perla è l’unicogenita della showgirl che, tuttavia, non ha mai nascosto il desiderio di avere altri figli anche se fino ad oggi non aveva mai svelato l’amara verità di aver subìto ben due aborti. Dopo tre anni dalla nascita di Perla la showgirl e il marito hanno deciso che era arrivato il momento giusto per allargare la famiglia e infatti in poco tempo Maria rimase incinta, ma qualcosa in quell’occasione andò storto.
“Un giorno, però, ho iniziato a sentire dolori alla pancia, così sono corsa a fare un’ecografia – ha raccontato -. Era solo la terza settimana, il medico mi disse che non c’erano più i battiti e io rimasi scioccata. La mia favola era improvvisamente crollata. Tornai a Roma per abortire e fu un dramma. Uno strazio. Presi dei calmanti. L’operazione andò bene, nonostante il mio stato d’animo e le mie preoccupazioni”. Un’esperienza che scosse molto la Monsé, che durante l’operazione fu messa nella stanza accanto alla quale si trovavano le donne in procinto di partorire: “Non solo convivere con questa notizia, veramente inaspettata, ma anche l’intervento in ospedale dove, per una tragica ironia della sorte, mi misero nella stanza accanto a quella in cui nascevano i bambini. Io stavo per abortire e dall’altra parte del muro sentivo piangere i neonati. Uno strazio. Presi dei calmanti. L’operazione andò bene, nonostante il mio stato d’animo e le mie preoccupazioni”.
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Nonostante il grande dolore Maria non si perse d’animo e restò aggrappata al suo sogno rimanendo incinta una seconda volta, ma anche durante questa gravidanza si ripresentarono gli stessi problemi: “Con il tempo il trauma dell’aborto si affievolì e a un certo punto i ricordi positivi della prima gravidanza, con la felicità che mi dava avere accanto Perla, mi spronarono a riprovarci. Ero disperata, non ci volevo credere. Andai da un altro medico per una seconda ecografia e nonostante l’esito fosse lo stesso, dopo il secondo raschiamento ho convissuto per mesi con il pensiero che i dottori avessero sbagliato e che mio figlio, invece, era vivo e lo avevo perso volontariamente. Ma ero io che vivevo di false speranze, ero io che ero entrata in un tunnel da cui non riuscivo a uscire”.
Maria inizialmente non si dava pace gli aborti subiti, volendo a tutti i costi trovare una motivazione dietro queste perdite. “Poi, ad un certo punto, ho detto basta e non ho più voluto andare alla ricerca della causa. Avevo sofferto troppo e mi sono resa ancora più conto del valore di quello che già avevo. Accanto a me c’era Perla e ancora oggi che lei ha 16 anni siamo inseparabili. Sono una donna molto fortunata” ha concluso.
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