In estate alcuni cibi diventino pericolosamente nocivi per il nostro organismo, tra il caldo che moltiplica i rischi di intossicazioni e tossinfezioni, e noi che, rilassati e in ferie, facciamo meno attenzione. Le malattie alimentari si verificano in seguito all’ingestione di alimenti contenenti microrganismi patogeni o tossine di origine batterica. Si distinguono in infezioni, o intossicazioni, conseguenti alla presenza di un solo microrganismo patogeno, e tossinfezioni alimentari, determinate dal consumo di alimenti contenenti sia tossine che germi patogeni. Esistono in tutto 250 tossinfezioni alimentari, che si possono manifestare con sintomi diversi.
Tra i sintomi più comuni ci sono quelli che riguardano soprattutto l’apparato gastrointestinale, come vomito, mal di stomaco, violenti crampi addominali e diarrea, ma possono manifestarsi anche febbre, tremori e, nei casi più gravi, blocco neuromuscolare. L’estate è particolarmente pericolosa anche perché è più difficile assicurarsi di rispettare la catena del freddo, sia per gli alimenti acquistati che per quelli portati da casa.
È bene quindi rinunciare ai cibi sofisticati, in particolare se non si è sicuri della provenienza, stare attenti al ghiaccio, non solo nei paesi tropicali ma anche in Italia, e prestare moltissima attenzione ai frutti di mare o ai crudi in generale. Meglio scegliere cibi poco elaborati, semplici e poveri di salse.
I sintomi di intossicazione alimentare più comuni sono:
La maggioranza delle tossinfezioni alimentari è acuta, ossia la malattia insorge all’improvviso e dura poco; la gran parte dei soggetti guarisce spontaneamente, senza trattamento. Raramente un’intossicazione alimentare può tuttavia determinare complicanze più gravi.
Il tempo d’incubazione è variabile, da poche ore a diversi giorni (vedi tabella successiva).
Nella maggior parte dei casi l’approccio di prima scelta consiste semplicemente nel reintegrare i fluidi persi con diarrea e vomito, prevenendo così la disidratazione; bloccare i sintomi, diarrea e vomito in particolare, può talvolta risultare controproducente perché trattasi di un meccanismo con cui l’organismo letteralmente si libera del virus/batterio/parassita responsabile. Quando disponibile, una diagnosi esatta permette di ricorrere a farmaci più specifici (come antibiotici nel caso di tossinfezioni batteriche).
In caso di presenza di vomito può essere consigliabile attendere la risoluzione della fase acuta, ma sempre prestando attenzione al rischio disidratazione; in seguito è possibile reintrodurre gradualmente alimenti solidi e leggeri come riso, patate, pane, carni magre, banane. Per approfondire fare riferimento al paragrafo dedicato in calce all’articolo.
La durata è variabile a seconda dell’agente responsabile, andando dalle 24 ore circa a diversi mesi; la tabella seguente riporta un elenco delle intossicazioni alimentari più e meno comuni, con i relativi sintomi, tempi d’incubazione e durata.
Tra i cibi più facilmente deperibili troviamo: