Se siete amanti della moda e del lusso – con un conto in banca sostanzioso – potreste fare un pensierino all’acquisto della casa di Gianni Versace e realizzare un sogno. L‘abitazione è stata mesta all’asta per 70 milioni di dollari.
E’ stata messa in vendita la (lussuosissima) casa di Versace a New York. L’immobile di super lusso si trova nell’upper east side di Manhattan. Nel 2005 venne acquistato per 30 milioni di dollari.
Com’è la casa di Gianni Vercace?
Si tratta di una dimora esclusiva, un vero e proprio gioiellino d’arte appartenuto allo stilista italiano, che nel 1995 l’acquistò per 7,5 milioni di dollari e curò in ogni dettaglio arredi e interni. L’immobile si trova nell’upper east side di Manhattan, sulla 64esima strada – vicino Central Park, in un edificio costruito nel 1950 – e conta 1500 metri quadrati, oltre a circa 280 metri quadrati all’esterno: 17 stanze dislocate su 6 piani, più un’elegante terrazza con gazebo che si affaccia su Madison Avenue.
Lo stile dell’arredamento spazia dal neoclassico al barocco, con soffitti affrescati, pavimenti in parquet ma anche in marmo – come i bagni – colonne in diverse camere, dipinti e dettagli in oro. La casa era stata acquistata nel 2005 dal manager svedese Thomas Sandell e sua moglie per 30 milioni di euro, attuali proprietari. I primi quattro piani non sono mai stati modificati, mentre al quinto e al sesto sono stati fatti alcuni lavori, ma senza intaccare il tocco di Versace: “Abbiamo effettuato ampi restauri con un incredibile team di artisti e artigiani – ha dichiarato la coppia al Journal – per onorare la magnifica eredità lasciata da Gianni Versace“. Lo stilista fu assassinato a Miami nel ’97, due anni dopo aver comprato questo immobile, poi venduto dalla famiglia.
È il 15 luglio 1997: Gianni Versace è stato ucciso mentre rincasava dalla sua passeggiata mattutina, lascia un business di centinaia di milioni di dollari. Il mondo commenta costernato l’inspiegabile assassinio dello stilista; Sting e Elton John piangono ai funerali; la polizia ha una pista. Pochi metri distante dal luogo dell’aggressione, nel giardino della sontuosa villa, gli agenti hanno trovato la carcassa di una colomba bianca, firma inconfondibile della malavita organizzata. Tutto si incastra alla perfezione nell’iconografia americana tutta mafia e spaghetti del magnate italiano: Mr Versace è stato vittima di una pericolosa partnership con Cosa nostra, ma è tutto sbagliato. La colomba è stata colpita accidentalmente da un proiettile mentre volava sopra la villa. La verità è a poche miglia di distanza, nella rabbia di un ragazzo di 23 anni, mezzo filippino e mezzo italiano.
Mentre a quarant’anni Gianni Versace entra nel mito con un brand da 138 boutique in tutto il mondo, il piccolo Andrew, classe 1969, è intelligente, loquace, brillante: un genio in miniatura con un QI di 147. Come spesso accade ai bambini più dotati della media, Andy sviluppa dei tratti della personalità patologici, diventando un abile manipolatore e un prolifico bugiardo, tanto da inventare storie sulle sue origini, tarate, ognuna, sull’interlocutore con cui parla. Andrew va via di casa per condurre una vita ai limiti della prostituzione. Bello e intelligente, diventa il party boy d’alto bordo nella comunità gay che conta, gigolò strapagato di uomini ricchissimi e influenti.
Dunque, Andrew si mette alla guida del veicolo, ormai pluriomicida ricercato, per raggiungere quella che ha già designato come quinta (e forse, nei suoi piani) anche ultima vittima: Gianni Versace. Perché, dopo l’omicidio di tre partner di lungo corso e dopo quello ‘funzionale’ del custode, Andrew Cunanan sceglie proprio Versace? Cosa li lega? Stando alle informazioni postume, i due si sarebbero incrociati una sera all’opera, eppure Cunanan ha scelto di affrontare quasi 20 ore di viaggio, ricercato, per ucciderlo.
Il caso della morte dello stilista, surclassato in clamore e popolarità appena un mese dopo da quello dell’amica Diana Spencer, finisce in archivio, chiuso, per morte del reo, ufficialmente suicida. Eppure mancano ancora tanti tasselli alla storia, tra cui il il movente. Si fa largo l’ipotesi, poi accettata come definitiva, secondo la quale Cunanan avrebbe eliminato lo stilista in quanto simbolo vivente di tutto ciò che nella vita avrebbe voluto essere e non era diventato. Un omicidio per invidia sociale, un delitto da mitomane, quasi che Versace fosse un moderno John Lennon, ucciso dal Mark David Chapman di turno. Gli esami medico legali hanno, tuttavia, escluso definitivamente che Gianni Versace fosse sieropositivo.