“Il Recovery non ci copre”: Italia in zona rosa con il Giusto Mezzo

di Alice Marchese


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Il colore dell’Italia nell’ultimo periodo cambia da un giorno all’altro. Passa dal giallo, all’arancione o al temuto rosso in base al grado d’emergenza. Eppure, fortunatamente non sono le uniche sfumature che il nostro stato può assumere; l’Italia questo weekend è stato in “zona rosa” con i fiocchi del Giusto Mezzo. “Il Recovery non ci copre”: il Giusto Mezzo è il primo atto del movimento nato su ispirazione di Half of it.

Da Trieste a Palermo, passando per Cagliari, sono stati attaccati da attivisti diversi “Firma qui”: cartoline, appese con dei nastri rosa, con un QR code che rimanda alla petizione sul sito ilgiustomezzo.it rivolta al Governo.
Si trovano ovunque: nei lampioni, nei pali, tra alberi, panchine, balaustre, semafori, ringhiere, davanti a scuole, bancomat, musei, palazzi pubblici, monumenti, spiagge, fiumi. Con una piccola incursione a Bruxelles, di fronte al Parlamento europeo.

L’obiettivo portato avanti, che ha raggiunto oltre 55mila firme, non è la questione femminile in sé, ma l’efficienza del sistema, degli investimenti che farà il nostro Paese, sia con le risorse straordinarie europee e del Recovery Fund, sia con quelle ordinarie, e il loro reale impatto sulle generazioni future. L’operazione prosegue anche nei giorni a venire. Fiocchi e card verranno rimosse nel fine settimana, nel totale rispetto dell’ambiente, ma la battaglia del Giusto Mezzo è inarrestabile.  Dunque si prepara a invadere l’Italia con la sua onda rosa.

Tutto ha avuto origine dall’iniziativa Half Of it promossa dall’europarlamentare tedesca Alexandra Geese – che già prima dell’estate ha inaugurato la stagione delle richieste per il Recovery Fund – e lo rielabora per affrontare le effettive urgenze del Paese.
Dopo la call to action di lunedì scorso, sono centinaia le attiviste (e gli attivisti) del Giusto Mezzo che venerdì, sabato e domenica hanno appeso i fiocchi rosa dal nord al sud Italia, raggiungendo quasi 390 tra grandi città e piccoli comuni e 56mila firme raccolte in totale.

I firmatari e le firmatarie dell’appello chiedono una svolta paradigmatica con una lettera inviata al presidente del Consiglio, ovvero interventi programmatici e strategici in 3 ambiti chiave per il futuro: servizi di cura della persona, occupazione femminile e disparità di genere. La richiesta volta al presidente del Consiglio dei Ministri, prima Giuseppe Conte e ora Mario Draghi, di utilizzare metà dei soldi messi a disposizione dall’Unione Europea attraverso il Recovery Fund per politiche integrate e investimenti moltiplicatori sulla parità di genere e l’occupazione femminile: asili, servizi di cura, congedo di paternità obbligatorio, superamento del gap salariale.

Promotrici de Il Giusto Mezzo sono Alessia Centioni, Alexandra Geese, Chiara Gribaudo, Francesca Fiore, Costanza Hermanin, Sarah Malnerich, Valentina Parenti, Pina Picerno, Daniela Poggio, Lia Quartapelle, Azzurra Rinaldi, Mila Spicola, Cristina Tagliabue. Le prime associazioni promotrici de IL GIUSTO MEZZO sono DateciVoce, GammaDonna, Mammadimerda, Prime Donne, European Women Alliance e Noi Rete Donne.

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