Quando ci si trova in situazioni di pericolo e si è vittime di violenza e stalking, è importante ricordare che non si è da sole e che ci sono strumenti a disposizione per proteggerci. Chiedere aiuto, in questi casi, è molto importante: non bisogna avere paura di rivolgersi a chi può fornire supporto.
La Rete Nazionale Antiviolenza a sostegno delle donne vittime di violenza è un progetto che supporta le vittime, anzitutto attraverso il numero telefonico 1522. Gli operatori assicurano l’anonimato a chi telefona e gli forniscono un sostegno psicologico e giuridico, nonché l’indicazione di strutture pubbliche e private presenti sul territorio a cui rivolgersi.
Si tratta di un servizio multilingue, attivo 24 ore su 24 e per 365 giorni l’anno. È uno strumento per dare una prima risposta a chi si trova in difficoltà e, grazie all’anonimato, garantisce chi chiama. È anche possibile chattare direttamente con una operatrice, attraverso il sito ufficiale del numero 1522.
Il numero 1522 nasce nel 2006, su iniziativa dal Dipartimento per le Pari Opportunità, per sviluppare un’ampia azione di sistema per l’emersione e il contrasto del fenomeno della violenza intra ed extra familiare a danno delle donne.
Nel 2009, con l’entrata in vigore della L.38/2009 modificata nel 2013 in tema di atti persecutori, ha iniziato un’azione di sostegno anche nei confronti delle vittime di stalking. Si può telefonare da tutto il territorio italiano gratuitamente, sia da rete fissa che da cellulare.
L’accoglienza è disponibile in queste lingue: italiano, inglese, francese, spagnolo, arabo, farsi, albanese, russo ucraino, portoghese, polacco. I casi di violenza che rivestono carattere di emergenza vengono accolti con una specifica procedura tecnico-operativa, condivisa con le Forze dell’Ordine.
Esiste un decalogo per la sicurezza, che raccoglie 10 consigli utili, da adottare in caso di situazioni di pericolo o emergenza. È importante sottolineare che si tratta di indicazioni che non vogliono in alcun modo limitare la libertà di ognuno di noi. Si propongono come un supporto, quando ci si trova in difficoltà e non si sa cosa fare.
Prima di passare al decalogo, è giusto sottolineare che non bisogna mai sentirsi sole o colpevole delle violenze ricevute. Il primo passo per trovare aiuto, è cercarlo, raccontare ciò che si vive e i pericoli cui si è esposti.
In qualsiasi situazione, la migliore strategia di autodifesa è evitare lo scontro. Occorre quindi allontanarsi velocemente dal pericolo di un potenziale aggressore: in tal senso la fuga è la principale azione difensiva da mettere in atto (prima di un’eventuale aggressione, durante l’eventuale aggressione, dopo l’eventuale aggressione).
il principale modo per prevenire le aggressioni è essere attenti. Essere consapevoli di sé, del luogo in cui ci si trova, delle persone intorno. Non si tratta di avere sempre paura, ma di prestare attenzione, esattamente come si fa quando si attraversa una strada trafficata o si preleva del denaro al bancomat.
Un modo per allenarsi a essere presenti ed attenti è notare:
Ci sono accorgimenti anche molto banali e intuitivi che possono infine aiutare ad evitare situazioni di pericolo:
Rendere se stesse un bersaglio difficile abbassa drasticamente il pericolo di essere aggredite. Un bersaglio difficile si distingue per: atteggiamento calmo, portamento sicuro, camminata decisa, tono di voce forte, sguardo alto e diretto oltre il potenziale aggressore. Può essere infine molto utile, come già indicato, portare sempre con sé un oggetto o uno strumento che possa in casi estremi essere utilizzato per difendersi: uno spray urticante o il cellulare possono essere validi alleati in caso di pericolo.
In situazioni in cui si percepisce un potenziale pericolo per l’avvicinarsi di una o più persone sospette, può essere utile parlare o fingere di parlare al telefono con un interlocutore. Se si pensa di trovarsi in pericolo o in situazione di emergenza, non esitare ad avvisare telefonicamente il pronto intervento, utilizzando il numero 112 (numero unico in tutta Europa): meglio un falso allarme che un ritardo nel segnalare il pericolo in corso.
Se non fosse possibile chiamare vocalmente, allertare qualcuno di fidato con un sms, preferibilmente segnalando dove ci si trova. In aree o in situazioni di rischio non rispondere a chi si avvicina e si rivolge a noi. Dissuadere verbalmente a distanza di sicurezza (due volte la lunghezza del braccio) se qualcuno si avvicina minaccioso o si avvicina comunque dopo che abbiamo esplicitamente intimato di non farlo.
Occorre mantenere un atteggiamento calmo, sicuro, voce decisa, tono basso, palmo della mano avanti e dire: “Stai lontano” o “Stai indietro”. In caso estremo è utile fare una domanda distraente (“Ma tu non sei l’amico di Marco?”) o un’affermazione molto forte (“Guarda che sono armata”) o generare un suono forte e improvviso al solo scopo di spiazzare l’aggressore per qualche secondo e agire subito dopo (colpendolo, se proprio necessario, o scappando).
Può essere infine molto utile gridare «Al fuoco! Al fuoco!»: è infatti dimostrato che una richiesta di aiuto di questo genere attira l’intervento di eventuali passanti o persone molto di più che generiche grida o richiami. Non fare gesti provocatori e non invadere lo spazio del potenziale aggressore. Non lanciare sfide verbali e non offendere: bisogna evitare ogni forma di provocazione.
Quando si avverte una forte paura, occorre cercare di mantenere un controllo emotivo su di sé. Ecco alcuni suggerimenti per controllare il naturale istinto di paura:
Se si è prossimi allo scontro (solo in questo caso), fissare l’avversario negli occhi o alla base del naso.
Soprattutto quando facciamo attività di routine, ripetitive e prevedibili per un eventuale aggressore o in cui frequentiamo luoghi isolati sempre alle stesse ore, dobbiamo essere all’erta. Siamo infatti più vulnerabili quando abbassiamo la guardia perché ci sentiamo a nostro agio (in quanto si tratta di attività quotidiane) o ci sentiamo stanche.
In auto in città, conviene viaggiare sempre con la sicura abbassata e i finestrini chiusi. Non dare passaggi e non accettarne. In treno o in nave o traghetto occorre evitare gli scompartimenti vuoti o le zone poco frequentate o nascoste.
Meglio evitare di indossare auricolari, immergersi nella lettura o nella visione di video, distrarsi con lo smartphone o il tablet se si è da sole in luoghi pubblici o in situazioni di potenziale pericolo. Non dobbiamo mai trovarci in condizione di essere limitate nella capacità di cogliere i segnali dell’ambiente esterno in situazioni potenzialmente pericolose.
Avere cura del proprio fisico, mantenere una buona capacità aerobica (corsa, bici, nuoto, ecc.) e restare elastiche (stretching, yoga, pilates, ecc.) può salvarci da situazioni di reale pericolo. Non si tratta di diventare delle sportive, ma di mantenere un livello minimo di reattività fisica che permetta una fuga o consenta movimenti precisi e controllati.
Per aumentare al massimo la serenità e l’agio in situazioni in cui si è da sole in luoghi pubblici poco frequentati, ma anche, viceversa, in situazioni con grande afflusso di persone (concerti, eventi ecc.), informarsi e comprendere bene dove ci si trova può essere prezioso: individuare ad esempio le uscite di sicurezza, le eventuali vie di fuga, conoscere i numeri di emergenza (magari se siete all’estero) ed essere in grado di chiamare il personale della sicurezza in caso di pericolo.