Claudia Gerini, si è raccontata in esclusiva al settimanale «F» come donna e come madre. L’attrice, che è già mamma di Rosa, 17 anni, avuta dall’ex marito manager Alessandro Enginoli, e di Linda, 12, da Federico Zampaglione, leader dei Tiromancino e regista, a quasi 50 anni è pronta ad una nuova maternità.
Il racconto dell’attrice in esclusiva su F: « Nessuna madre è pronta alle crisi dell’adolescenza. Le ragazze sono più sofisticate, piene di sfumature e l’adolescenza è il momento in cui devi capire chi sei». Linda — ad esempio — «è molto matura, si sta trasformando in donnina (…). Devi abituarti ai silenzi, alle mezze risposte. Ormai, entrambe le ragazze vogliono stare più nel mondo della loro cameretta. Prima, volevano stare sempre attaccate a me e ora stanno più per conto loro, come è giusto. Io, poi, sono una “mamma figliona”, l’equivalente dei figli mammoni: starei sempre appiccicata fisicamente alle mie figlie».
Questa voglia di maternità ha portato Claudia a pensare di crescere un altro figlio. «Vorrei altri tre figli di quattro o otto anni. Solo che ho quasi 50 anni, non ho un marito: mi sono posta il problema, ho pensato che piacerebbe prendere un bimbo in affido. Ne ho parlato con le figlie. È importante che siano d’accordo».
Le figlie di Claudia Gerini si sono espresse favorevolmente dinanzi al desiderio di maternità della mamma dicendo: «Che va bene. Si sono subito spostate sulle cose pratiche, tipo dove lo facciamo dormire… Il fatto è che, essendo single, non posso chiedere un’adozione, ed è incredibilmente assurdo che in un Paese civile una donna che vuole dare amore a un bambino, che ha la disponibilità economica e spazio in casa, non possa farlo. Perché un bambino deve stare in un orfanotrofio anziché con una mamma che gli vuole bene? Vorrei tanto che si aprisse un caso: magari, se la battaglia la fa un’attrice, ha più eco».
Nonostante negli ultimi anni vi sia un aumento del numero di coppie che fanno richiesta di adozione in Italia, si stima che vengano adottati circa mille bambini l’anno. Sebbene i minori dati in affido o dichiarati adottabili siano decine di migliaia, infatti, solo una piccola percentuale di essi riesce a trovare collocazione definitiva in una famiglia. Questo perché anche se nel 2013, con la pubblicazione in Gazzetta Ufficiale, è stata resa operativa la Banca Dati nazionale dei minori adottabili e delle coppie disponibili attualmente è operativa solo in meno della metà dei 29 Tribunali per Minori del territorio italiano.
A regolamentare le adozioni in Italia è la legge 184 del 1983 (modificata dalla legge 149 del 2001) e stabilisce che possono adottare un bambino solo coppie eterosessuali che hanno contratto il matrimonio da almeno tre anni e che può essere dichiarato adottabile un minore che è stato abbandonato in una struttura italiana e che quindi può essere di qualsiasi etnia.
I minori possono essere stati abbandonati alla nascita da una madre che ha scelto il parto in anonimato oppure possono essere stati allontanati dalla loro famiglia di origine a causa di seri problemi di natura sociale o economica.
E’ bene sapere che per quanto riguarda l’adozione nazionale esiste sempre un rischio giuridico che il bambino possa tornare nella sua famiglia (genitori o familiari fino al 4° grado).
Per adottare un bambino in Italia si deve fare richiesta al Tribunale dei Minori della propria città, anche se si possono presentare domande ad altri Tribunali previa comunicazione anche a quello territoriale, nella quale si dichiara la propria disponibilità ad adottare un bambino. La dichiarazione va fatta su moduli forniti dal Tribunale, ha una validità di 3 anni, al termine dei quali se non si è ricevuta alcuna comunicazione va ripresentata la richiesta.
Quando un minore viene affidato ad una coppia si inizia con un affidamento preadottivo che dura un anno, al termine del quale viene emesso un decreto di adozione che sancisce definitivamente che il minore diventa figlio legittimo della coppia e ne assume il cognome e che devono cessare tutti i rapporti giuridici tra i bambino e la famiglia di origine.
Non possono adottare un figlio in Italia le coppie di fatto, le coppie omosessuali e le persone single. Tuttavia alcune decisioni prese nei Tribunali hanno parzialmente aperto alla possibilità di adozione da parte dei single. Questa deroga da parte del tribunale ha, quindi effetto per le adozioni internazionali nei seguenti casi: