Continuano le indagini sul caso Liliana Resinovich. A quanto pare, secondo l’ipotesi avanzata dall’avvocato Nicodemo Gentile e la psicologa consulente Gabriella Marano, Liliana non si è suicidata, ma è stata uccisa la mattina della sua scomparsa da una persona che lei conosceva bene. Questo avvocato assiste Sergio Resinovich, fratello della vittima. Si parla addirittura di più aggressori. In una nota dell’avvocato vi è una ricostruzione di quanto sarebbe accaduto. Alla fine di questo documento, è stato richiesto dalla famiglia di Liliana di nominare un ulteriore medico legale che possa analizzare al meglio i dati dell’autopsia quando disponibili gli esiti definiti.
In una nota diffusa l’avvocato Gentile si oppone di fatto alla ricostruzione della Procura di Trieste che parla di un gesto estremo da parte di Liliana. Questa donna è scomparsa il 14 dicembre dello scorso anno ed è stato ritrovato il cadavere il 5 gennaio 2022. La causa della morte è asfissia. Si è legata al collo un sacchetto di plastica, secondo gli inquirenti.
Una ricostruzione che, spiega il legale della famiglia Resinovich, non tiene conto di numerosi elementi come i segni di percosse riscontrati sul corpo della vittima oltre che di vari dettagli che indicherebbero come il ritrovamento del cadavere della donna sia stato in realtà una messa in scena.
Secondo l’ipotesi del legale, la mattina del 14 dicembre dunque, caricata la lavatrice, fatta la colazione e assunti gli integratori, Liliana sarebbe stata “intercettata, accompagnata o comunque sorpresa da una visita da parte di qualcuno che la ben conosceva. Da qui si sarebbe sviluppata un’accesa discussione, Liliana sarebbe stata percossa e strattonata”, forse avrebbe subìto un’occlusione delle vie respiratorie, magari con una sciarpa, un cappello o un giubbotto, “che ha determinato uno scompenso cardiaco”. Sarebbero dunque i primi esiti dell’autopsia, che parlavano proprio di scompenso cardiaco, da tenere in considerazione per capire cosa sia accaduto a Liliana.
Il corpo della donna è stato trovato avvolto in due sacchi neri e con un sacchetto intorno alla testa. Sarebbero inoltre evidenti dei segni di percosse che non sarebbero stati presi in considerazione dalla Procura. “lo dicono con un’evidenza quasi banale la palpebra destra tumefatta, il sangue nella radice destra e il trauma nella parte destra della lingua. Nonché il colpo ricevuto sulla tempia sinistra ed ancora un segno sul seno, più scuro delle ipostasi, probabilmente un livido, e un piccolo taglio sulle dita di un piede”. Liliana sarebbe stata picchiata e poi uccisa e il suo corpo fatto sparire per giorni.
“Questo dice, infatti, il dato che sul polso sinistro di Liliana è stato ritrovato un orologio di colore rosa con la corona rivolta al contrario. Quindi nel verso sbagliato tale elemento è di inconfutabile valore. Poiché colui o coloro che hanno riagganciato l’orologio, hanno sbagliato. Non solo il verso della corona, ma anche il polso.
Liliana, com’è facile verificare dalle innumerevoli foto, indossava infatti sempre l’orologio sul braccio destro. Non è da escludere la morte come conseguenza di altro reato. Ovvero un omicidio preterintenzionale. Questo avrebbe poi ha indotto inevitabilmente l’aggressore, o gli aggressori, a dover gestire la fase successiva. Cioè occultamento del cadavere, probabilmente conservato in qualche gelido anfratto”.