Il mondo del cinema è a lutto per la scomparsa dell’attore e regista Jacques Perrin, l’indimenticabile Totò di “Nuovo Cinema Paradiso”. Il cineasta aveva 80 anni, aveva girato oltre 70 film alcuni dei quali in Italia dove aveva vinto la Coppa Volpi alla Mostra del cinema di Venezia.
Chi era Jaques Perrin
L’attore, regista e produttore francese Jacques Perrin è morto all’età di 80 anni a Parigi. A partire dagli anni 50, ha girato oltre 70 film, tra cui grandi successi come “Les Demoiselles de Rochefort” nel 1967 e “Peau d’âne” nel 1970. Profondi i legami anche con l’Italia. Nel 1988 aveva interpretato il ruolo di Totò adulto nel film di Giuseppe Tornatore “Nuovo Cinema Paradiso” premiato poi con il Golden Globe e l’Oscar come miglior film straniero.
Perrin era nato a Parigi il 13 luglio 1941. In Italia aveva girato anche altri film, come “La ragazza con la valigia” (1961), nel ruolo del giovane Lorenzo Fainardi innamorato pazzo di Claudia Cardinale e “In nome del popolo sovrano ” (1990) di Luigi Magni, film storico-risorgimentale dove recitò nelle vesti del frate Ugo Bassi. Nel 1966, Perrin si aggiudicò due premi come miglior attore al Festival di Venezia per il film italiano “Un uomo a meta'” e per il film spagnolo “La busca”. Nel 1988 interpretò il ruolo di Salvatore da adulto in “Nuovo Cinema Paradiso ” di Giuseppe Tornatore, premiato con l’Oscar al miglior film straniero nel 1990: celebre la sequenza finale, con i baci censurati nel corso degli anni, ma “salvati” dal vecchio proiezionista, sulle note di Morricone.Uomo di cinema impegnato in una fitta filmografia dall’ampio respiro europeo, Jacques Perrin ha anche co-prodotto una quindicina di film dagli anni 60 a oggi, tra cui “Z
” (1968) di Costa-Gavras, “Il deserto dei Tartari” (1977) di Valerio Zurlini, in cui interpretò anche il ruolo del giovane protagonista, il tenente Giovanni Drogo o “Les Choristes
” (2004) del nipote Christophe Barratier.
Particolarmente legato alla lotta in difesa della natura , la sua battaglia di una vita, ha coprodotto numerosi documentari su questo tema, tra cui “Le Peuple singe” (1989), “Microcosmos: il popolo dell’erba” (1996) o “Himalaya: l’infanzia di un capo” (1999). In seguito, ha realizzato lui stesso dei documentari, “Ocèans” (1999) e “Il popolo migratore ” (2001) che venne visto da 2,9 milioni di spettatori soltanto in Francia e si aggiudicò il Premio Cèsar per il miglior documentario nell’anno 2011. Il suo ultimo ruolo al cinema è stato in “Goliath’, thriller di Frèdèric Tellier uscito in Francia lo scorso marzo che affronta la questione delle lobby e dei pesticidi.
Sposato per ben due volte, la seconda moglie, Valentine, le cui nozze erano avvenute nel 1995, era il suo grande amore. Produttrice, esattamente come lui; hanno avuto due figli insieme – Maxence e Lancelot – ma Jacques ne aveva avuto uno anche dal precedente matrimonio, Mathieu Simonet. Possiamo definire il loro legame come più che intimo e privato: la coppia, a parte per le uscite pubbliche, non è mai stata protagonista dei giornali. Hanno vissuto il loro amore lontani dalle luci dei riflettori, uniti e accomunati dalla passione: entrambi amavano il cinema. Affiatati e meravigliosi, sono rimasti insieme per più di 27 anni: dalla frequentazione alle nozze nel 1995, il passo è stato breve. Erano fatti l’uno per l’altra, e non possiamo immaginare il dolore di Valentine nel dare l’addio al suo Jacques dopo una vita insieme.