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Arkansas: approvata la legge più severa negli Usa sull’aborto
Continuano incessantemente le lotte per legalizzare l’aborto. Purtroppo, nonostante in Argentina abbia vinto il “pañuelo verde”, fazzoletto verde emblema della battaglia per l’interruzione volontaria della gravidanza, persistono ancora le restrizioni.
Anche Joe Biden con il ritorno all’Obamacare, ha revocato decisioni prese dall’amministrazione Trump, mandando via anche il divieto di aiuti federali alle cliniche che in tutta America praticano l’aborto.
Adesso l’Arkansas approva la legge più severa negli Usa sull’aborto e il suo governatore repubblicano Asa Hutchinsos si è già impegnato a firmarla. Il provvedimento vieta l’interruzione di gravidanza “tranne che per salvare la vita della madre incinta in emergenza medica” e non fa alcuna eccezione in caso di stupro, incesto o anomalia del feto.
Si rischia una multa sino a 100 mila dollari e una detenzione sino a 10 anni di prigione per chi trasgredisce la legge.
“Firmerò la legge per il suo schiacciante sostegno legislativo e le mie sincere convinzioni pro vita”, ha commentato Hutchinson. Obiettivo che vogliono conseguire i promotori delle restrizioni è quello di giungere dinnanzi alla Corte Suprema degli Stati Uniti, nella speranza che la maggioranza conservatrice (resa possibile dall’elezione di tre giudici da parte di Donald Trump) possa ribaltare le sentenze fin qui emanate in materia di interruzione della gravidanza. Magari fino a rovesciare la storica sentenza Roe vs. Wade del 1973 che legalizzò l’aborto in America.
Il 18 febbraio il governatore della South Carolina, il repubblicano Henry McMaster, aveva firmato un’altra legge molto restrittiva, che vieta l’interruzione della gravidanza dopo sei settimane di gestazione: è il periodo in cui solitamente si rileva il primo battito cardiaco del feto ma in cui molte donne non sanno ancora di essere incinte. I medici che praticheranno l’aborto oltre questo periodo andranno incontro a pene fino a due anni di carcere. Le uniche eccezioni contemplate sono se la gravidanza è stata causata da violenza sessuale o incesto, oppure se la madre è in pericolo di vita.
Situazione analoga e proteste imperterrite anche in Polonia: l’aborto anche lì è illegale.
È entrata in vigore la contestata norma sull’aborto che lo vieta anche in caso di malformazione del feto. Stabilita da una sentenza della Corte Costituzionale lo scorso ottobre.
Per mesi la Polonia è protagonista di movimenti contro un regime che prevede restrizioni che ledono la protezione sui diritti umani.
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