“Per la libertà che le avete negato: in piedi signori davanti a una donna!””

di Alice Marchese


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Ogni anno è una continua battaglia per la parità di genere. È il primo febbraio di un periodo caratterizzato da una situazione pandemica che irretisce le nostre vite condizionandoci costantemente, minuto dopo minuto, a compiere delle scelte per proteggere noi stessi e gli altri. Ma purtroppo, non è soltanto questo quello da cui dobbiamo tutelarci.

Accade che a volte le relazioni non siano come ce le aspettiamo, perché c’è una variabile che stravolge un equilibrio apparentemente stabile. È di fondamentale importanza saper ascoltare il primo campanello d’allarme per uscire così da un rapporto tossico, avvelenante e possessivo.

Roberta era davvero piccola e aveva una vita davanti a sé. La tragedia di Caccamo è colma di dubbi irrisolti e ogni giorno aumentano le domande poste su questo caso. Il paese è profondamente angosciato e piange la morte della ragazza, conosciuta per la sua bontà e il suo sorriso illuminante sempre sulle labbra.

Roberta però era invischiata in una relazione che non le permetteva di essere completamente serena; a quanto trapelato, questo legame poco sano a causa della gelosia morbosa da parte di Pietro. Il fidanzato è indagato per il brutale omicidio.

Questa drammatica vicenda che fa a dir poco accapponare la pelle, non deve essere unicamente un fatto di cronaca, ma un monito. È un accorgimento, perché chi ama non distrugge, non rovina la bellezza di un legame macchiandolo con la violenza.

L’amore non sfregia il volto e il corpo di una donna, deturpandola e sottraendole l’armonia della sua pelle, dei suoi capelli e dei suoi occhi; non rende il suo sguardo privo di luce. Come è successo a Valentina Pitzalis, la donna che è stata bruciata viva nove anni fa dall’ex marito.

Tutto questo avviene, perché c’è un concetto patriarcale della donna vista unicamente come proprietà e dell’uomo che non accetta un no come risposta. Perché se quella persona non può essere mia, nel modo più sbagliato e viscerale possibile, non sarà di nessun altro.

Dunque, secondo questa concezione malata e disturbante non esiste un motivo razionale secondo cui una ragazza possa rifarsi una vita, costruendo il proprio futuro che sia da sola o in compagnia di un altro.

Ed è triste e avvilente, perché sebbene siano passato tanto tempo e oggi si festeggino i 76 anni dal giorno in cui è stato emanato il decreto per il suffragio femminile, vi sono incessantemente queste realtà contro cui dobbiamo lottare affinché la violenza di genere resti solo un lontanissimo ricordo.

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