«Piemontese di mente e siciliana di cuore». Questa è la storia di Samantha Di Laura, l’imprenditrice piemontese che ha deciso di aprire la sua azienda tutta al femminile in Sicilia si definisce . Com’è nata la “Samantha Ethical Management” A Menfi è nata la sua “Samantha Ethical Management”, azienda che si occupa di consulenza strategica e […]
Inventarsi un lavoro a 40 anni: 11 nuove carriere fai-da-te
Gli specialisti delle politiche attive del lavoro insegnano che inventarsi un lavoro a 40 anni non è poi un’impresa così impossibile. Ma come si fa? Da dove si comincia? Quali sono i passi giusti e le idee vincenti per partire con una nuova e gratificante professione?
A grandi linee, possiamo dire che, con l’aiuto di una buona formazione, un buon coaching e tanta buona fortuna, si può riuscire a “rifarsi una vita lavorativa“, così come dimostrano tante esperienze di successo sul campo. Inventarsi un lavoro dai 40 in su, perciò, è una missione non così impossibile ma a patto di crederci, formarsi ed essere disposti ad analizzare bene ogni aspetto dell’impresa.
- Il primo punto da considerare è che il mercato del lavoro è talmente cambiato negli ultimi anni, che anche strumenti, quali il classico bilancio di competenze, finalizzati a scoprire quelle che sono le attitudini e le capacità di cui si è in possesso per costruirsi una nuova identità professionale, passano in secondo piano, rispetto a una stringente e primaria analisi di ciò che vuole il mercato. Perciò, se il mercato vuole – per esempio – call-center, grandi magazzini settoriali o bio, può essere molto controproducente prescindere da tali dati oggettivi.
- Le statistiche, però, rivelano anche la buona riuscita delle nuove professioni, a patto di rispettare le proprie capacità e le proprie passioni. Detto fatto: la prima regola è perciò cercare un connubio tra queste due grosse variabili (andamento del mercato e capacità personali), anche se è normale che la maggior parte delle persone pensi che tale incrocio di possibilità non esista; sappiate che non è così: il connubio esiste ma bisogna cercarlo.
- La terza grossa variabile, strettamente correlata alle prime due, è quella economica che si traduce nel reperimento di fondi o nell’avere dei mezzi di sostentamento che permettano di sopravvivere nel periodo di lancio dell’attività ma, anche, di formarsi e di studiare per costruire un nuovo lavoro. Il termine “inventarsi”, infatti, non è del tutto congeniale a ciò che si fa quando si costruisce una nuova vita professionale. In termini economici, peraltro, la formula dei finanziamenti all’imprenditoria, non è considerabile come supporto economico, poichè, tali soldini, arrivano sempre “a consuntivo” e mai “a preventivo”.
- Le imprese migliori sono quelle che partono da se stessi e dalle proprie autonome possibilità. Anche in questo caso, molti penseranno di non possedere nulla ma, anche qui, la risposta è: non è così! E’ chiaro che chi ha un TFR o dei risparmi da utilizzare per partire è avvantaggiato, ma una serie di altri espedienti possono essere presi in considerazione per riuscire in questa impresa che, come preannunciato, non è semplice. Tradotto in soldoni: ci vuole molto spirito di sacrificio e capacità di adattamento!
- E poi, è bene ricordarsi che, spesso, sono proprio i periodi di maggiore difficoltà quelli in cui si ha quella illuminazione necessaria per “ricominciare”. Un lavoro temporaneo da baby-sitter, per esempio, può aprire la strada a una carriera di tata, così come, servire ai tavoli per una stagione può insegnare umiltà o sviluppare una forte capacità di problem-solving!
Se vogliamo inventarci un lavoro e siamo già grandicelle/i, infondo, dovremmo ritornare un po’ ragazzine/i per riuscire a superare i nostri schemi mentali, fatti spesso di titoli, di carriere e di impegni giganteschi.
Ma quali sono i nuovi mestieri in cui vale la pena cimentarsi dai 40 in su?
A dispetto di ciò in cui abbiamo creduto negli ultimi cinquant’anni, la laurea o il diploma, si sono dimostrati strumenti utili per scopi spesso differenti da quelli lavorativi, rappresentando un valido bagaglio di conoscenze soltanto propedeutiche al resto della questione. Il mercato ha bisogno di mestieri classici che sono andati perdendosi, ma, soprattutto, ha bisogno di nuove figure in linea con l’accresciuta sensibilità commerciale, estetica, culinaria, di servizio, di tempo ecc. ecc. In questa ottica si inseriscono la nascita e la crescita di nuove professioni singolari e creative quali:
- Il nail artist
- Il cake designer
- Il wedding planner
- Il personal trainer
- Il personal shopper
- L’event organiser
- Il tutor scolastico a domicilio
- Il tutor di viaggio (sostituto della vecchia guida turistica alle dipendenze)
- Il cuoco a domicilio
- Il web editor/blogger
- Il social media manager
Inoltre, l’acquirente, sta diventando sempre più oculato (dati i tempi duri) nei suoi acquisti e, se da una parte, vuole possedere l’oggetto proposto dal mercato, dall’altro, pretende il massimo, a un costo il più competitivo possibile. Ciò significa che se, per esempio, si decide di intraprendere la carriera di personal trainer bisogna essere:
- altamente qualificati e certificati
- continuamente aggiornati
- ben attrezzati
- lavorare sull’immagine
- fare marketing sulle proprie offerte e i propri costi
Tutto ciò (e molto altro) rientra nella capacità-possibilità di inventarsi un lavoro, sia tra quelli citati, sia nella più totale creatività e, soprattutto, valorizzando le proprie competenze acquisite e il proprio mercato di riferimento.
Se, infatti, come abbiamo detto, l’impresa è ardua, c’è da dire che “costruirsi un lavoro a 40 o a 50 anni” ha i sui vantaggi:
- prima di tutto si conoscono meglio i propri limiti, le proprie spigolosità ecc.
- in secondo luogo, si conoscono anche bene i propri talenti e le proprie capacità, per esempio, in cucina, con il pubblico, nella contabilità, nell’immagine… tutte cose di cui a 30 anni, magari, non si era perfettamente consapevoli
- In terzo luogo, da grandi, si sanno fare molte più cose di prima…
Ora siamo pronti a ripartire? Ci auguriamo di sì.
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