Martina Caironi ha 31 anni. E’ una ragazza determinata, con tantissima voglia di fare e che sa cogliere le opportunità che la vita le offre. Ai recenti Europei di atletica leggera paralimpica in Polonia ha trionfato con un doppio oro (100 metri e pedana) e record del mondo (salto in lungo).
“Bisogna sfruttare ogni occasione che ci arriva. Dopo che ti hanno tolto tanto, ogni cosa che viene vale doppio. Questo è uno di quei momenti”. Dice così a Repubblica Martina Caironi, 31 anni, bergamasca di Alzano Lombardo, portacolori delle Fiamme gialle – già vincitrice di due medaglie d’oro e un argento ai Giochi paralimpici – ai recenti Europei di atletica leggera paralimpica in Polonia ha trionfato con un doppio oro (100 metri e pedana) e record del mondo (salto in lungo).
Per Caironi questo appuntamento ha segnato il ritorno in gara dopo 3 anni. “Milleventuno giorni, li ho contati. Tra squalifica di tre mesi e Covid” dice Caironi, costretta a saltare l’appuntamento di Dubai 2019 dopo essere risultata positiva a un controllo antidoping. Aveva usato una crema cicatrizzante per curare un’ulcera, ma la pomata conteneva un metabolita di steroide anabolizzante. “Fu una leggerezza di un medico federale, ma la responsabilità ricade sull’atleta” ribadisce.
L’atleta ha dovuto affrontare innumerevoli difficoltà. Ma adesso finalmente è tornata in pista. Caironi, che dopo l’amputazione nel 2007 a causa di un incidente stradale corre con una protesi alla gamba sinistra, guarda avanti e in questi anni si è impegnata in prima persona per promuovere i valori e i messaggi positivi dello sport tra i giovani. Vuole comunicare ai ragazzi quanto sia importante credere in se stessi e quanto sia fondamentale avere consapevolezza di se e delle proprie abilità. “Vado tanto nelle scuole, parlo coi ragazzi, mi spendo come posso nel sociale per diffondere la cultura paralimpica, l’ottimismo, la speranza, la forza che va oltre le disgrazie e il dolore”.