Dopo l’apertura degli stadi alle donne del gennaio 2018, il paese arabo prosegue sulla strada della modernizzazione. L’ondata Covid cominciata a marzo lo aveva fatto rinviare, ma il 17 novembre è finalmente partito in Arabia Saudita il primo campionato di calcio femminile con la prima giornata della Women’s Football League (WFL).
Non un semplice campionato di calcio, ma si tratta di un vero appuntamento con la storia. «Il successo nel torneo di tutte le sorelle che partecipano alla WFL è un passo nella giusta direzione per raggiungere il nostro sogno di universalità – com’è riportato da Io Donna, ha commentato via Twitter il reporter sportivo saudita, Riyan Al-Jidani – e per rappresentare la nostra patria al mondo esterno. Alzare la bandiera sul campo è una gloria e un orgoglio».
A competere per la coppa e un premio finale in denaro di 500.000 riyal sauditi (pari a poco più di 110.000 euro) sono oltre 600 giocatrici, divise in 24 squadre basate a Riyad, Gedda e Dammam.
E anche se gli incontri non saranno trasmessi in tv, i media del paese arabo li hanno comunque salutati come un altro passo verso una maggiore partecipazione delle donne alle attività sportive, dopo che la loro presenza negli stadi era stata autorizzata solo a gennaio del 2018.
La passione delle calciatrici è fortissima: «Quando ero bambina c’era una partita ogni fine settimana e i ragazzi ci facevano giocare come portieri all’inizio. Poi nel 2002, quando ho visto per la prima volta la Coppa del Mondo femminile, ho iniziato a pensare solo a quello» ha raccontato Gimie, entrata a far parte della sua prima squadra di calcio femminile, Challenge, a Riyadh nel 2014 e laureata in sistemi informativi gestionali.
«Questo è un giorno molto felice per tutti gli atleti, maschi e femmine» ha aggiunto l’allenatore di calcio saudita, nonché giornalista sportivo, Abdullah Alyami al sito Arab News.