Il Lipedema, erroneamente classificato come malattia rara, è una patologia genetica e infiammatoria che necessita di maggiore consapevolezza e strategie mirate.
Wurstel con la Listeria, cosa sappiamo
È sempre più discussa la questione dei wurstel con la Listeria e sono in aumento i casi di listeriosi alimentare registrate. Ma cosa sappiamo di questo batterio?
Wurstel con la Listeria: cosa significa
Listeria monocytogenes è un batterio che causa una tossinfezione alimentare chiamata listeriosi. Questo sta preoccupando lo scenario occidentali e dunque proseguono le indagini a riguardo.
Anche nel Regno Unito gli esperti di sicurezza alimentare hanno recentemente emesso un avviso relativo al rischio derivante dal consumo di alcuni alimenti pronti da mangiare, come il salmone affumicato.
La situazione in Italia
In Italia, dal 2020 ad oggi sono stati confermati 66 casi di infezione e si sono verificati 3 decessi, avvenuti nel dicembre 2021, marzo e giugno 2022 in Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna. I decessi, ha sottolineato il Ministero, hanno riguardato persone immunocompromesse o particolarmente fragili.
Il Ministero ha precisato che l’azienda Agricola Tre Valli “ha avviato tutte le misure a tutela del consumatore con il ritiro dei lotti risultati positivi (1785417 e 01810919) e, in applicazione del principio di massima precauzione, di tutti quelli prodotti prima del 12 settembre 2022. Ha inoltre messo in atto una comunicazione rafforzativa di quanto già indicato sui prodotti direttamente nei punti vendita. Al momento sono in atto ulteriori indagini anche su altre matrici e su altri tipi di prodotti che potrebbero essere correlati ai casi umani di listeriosi”.
Batterio della listeriosi: in quali cibi è presente
Questo batterio lo si può trovare in natura. Si trova nel suolo, nell’acqua e nella vegetazione e può contaminare e proliferare su diversi alimenti, come latte non pastorizzato, verdure e ortaggi crudi, formaggi molli, carni poco cotte, insaccati poco stagionati, ma anche su pesce affumicato pronto da mangiare e il paté, anche se refrigerati.
Listeria monocytogenes resiste infatti molto bene alle basse temperature e all’essiccamento, in alimenti conservati a temperatura di refrigerazione (4°C), ma è particolarmente suscettibile alle temperature di cottura dei cibi.
Listeria, come si trasmette questa infezione
L’infezione da Listeria si trasmette principalmente per via alimentare ed è difficile che questo avvenga per contatto. Il rischio di listeriosi varia a seconda del proprio organismo, anche in presenza di bassi livelli di carica batterica (cento cellule batteriche per grammo di cibo).
Soggetti debilitati, immunodepressi e nelle donne in gravidanza sono più a rischio; bambini e adulti sono raramente infettati o veicolo di contagio.
Leggi anche: Cos’è il virus Marburg che ha ucciso due persone in Ghana
Quali sono i sintomi della listeriosi alimentare
I sintomi dell’infezione da listeria sono:
- febbre
- nausea
- diarrea
- crampi addominali
I sintomi più comuni sono dunque a carico del sistema gastrointestinale, in quanto con l’ingestione di cibi contaminati viene innanzitutto colpita la prima parte dell’apparato gastroenterico, per cui manifestazioni di nausea, vomito, crampi addominali e diarrea sono le più frequenti, e con una insorgenza dei sintomi in un arco di tempo relativamente breve (da ore a giorni).
Listeria, chi sono i soggetti più a rischio
Come precisato dagli esperti di Humanitas, i soggetti più a rischio sono le persone con compromissione del sistema immunitario: malati di cancro, di diabete, di AIDS, le persone anziane e i neonati. Particolarmente a rischio risultano anche le donne in gravidanza: l’infezione da Listeria può infatti causare aborto spontaneo, parto prematuro, morte in utero o infezione del feto.
I consigli
Ci sono ovviamente dei consigli da tenere a mente per evitare il più possibile questo batterio. In particolare:
- lavare spesso le mani, pulire frequentemente tutte le superfici e i materiali che vengono a contatto con gli alimenti (utensili, piccoli elettrodomestici, frigorifero, strofinacci e spugnette);
- conservare in frigorifero gli alimenti crudi, cotti e pronti al consumo in modo separato e all’interno di contenitori chiusi;
- cuocere bene gli alimenti seguendo le indicazioni del produttore riportate in etichetta;
- non preparare con troppo anticipo gli alimenti da consumarsi previa cottura (in caso contrario conservarli in frigo e riscaldarli prima del consumo);
- non lasciare i cibi deperibili a temperatura ambiente e rispettare la temperatura di conservazione riportata in etichetta.
Leggi anche: Influenza australiana, tutto quello che devi sapere
Lascia un commento