Nell’immaginario collettivo una donna adulta e una coppia in particolare, arriva ad un’età e ad una fase della vita in cui dovrebbe sviluppare un senso di maternità e di genitorialità che dovrebbe indurre automaticamente e “naturalmente” a concretizzare il progetto, o almeno il tentativo, di un figlio. In generale, si dà per scontato che una donna nutra necessariamente il desiderio di maternità e che sia “completa” solo se anche madre. Infatti si parla di “istinto materno”, come se la maternità si sviluppasse come un istinto intrinseco nel solo fatto di essere donna, quindi proprio del genere di appartenenza.
Al contrario, stiamo osservando un fenomeno sociale in costante e progressivo aumento: coppie che scelgono di non avere figli. Coppie, quindi, che non hanno figli non perché non possono e quindi impossibilitate contro la loro volontà, bensì coppie che nutrono il desiderio di non avere figli. A tal proposito, ritengo che il richiamo alla terminologia anglosassone sia significativa: le prime sono considerate coppie “childless”, in cui si sottolinea la mancanza di un progetto desiderato, mentre nel secondo e ultimo caso, si parla di “childfree”, in cui la coppia vive la mancanza di figli come una libertà. Il punto è mettersi nelle condizioni di scegliere liberamente.
Purtroppo la scelta di non avere figli spesso non è compresa nella nostra società, soprattutto in Italia; per cui si pensa che una coppia senza figli sia mancante in qualcosa. Se poi andiamo nel dettaglio, il pregiudizio sociale riguarda soprattutto le donne: mentre è concepibile che un uomo possa scegliere di non avere figli, magari perché dedito al lavoro o ad altro, di fatto meno accettato e tollerato è il fatto che a compiere una simile scelta sia la donna. Perché? Personalmente ritengo che questi stereotipi culturali siano legati ad una concezione arcaica della donna, ancora in qualche modo presenti. Infatti nelle epoche passate la donna era colei che procreava e si occupava della prole e della casa.
Nel passato quando una donna risultava non fertile o addirittura talora non capace di procreare figli maschi, veniva diseredata. E’ il caso della Regina Soraya, ripudiata dallo Scià, perché incapace di garantire un erede al trono. Ad oggi, per quanto si sia fatta molta strada, di fatto ci si continua ad aspettare che la donna si occupi principalmente dei figli e della casa, basti vedere i dati Istat, e ci si aspetta, ancora prima, che maturi il desiderio di un figlio, come se questa fosse la “normalità”. In realtà una donna, come un uomo, e più in generale una coppia, non necessariamente deve ambire ad avere figli. Sono scelte personali e intime, legate a vari aspetti profondi che non possono e non devono essere valutati e giudicati dall’esterno. Ciò che è importante è che la coppia maturi insieme il progetto di avere o meno figli, affinché sia una scelta condivisa che rispetti desideri e aspettative di entrambi i partner e non sia vissuta come un’imposizione o una costrizione altrui.
Ambulatori Dr.Francesca Lemmi: