Il Lipedema, erroneamente classificato come malattia rara, è una patologia genetica e infiammatoria che necessita di maggiore consapevolezza e strategie mirate.
Quando rivolgersi al sessuologo? Lo abbiamo chiesto alla sessuologa!
Gent.ssima Dott.ssa, di che cosa si occupa precisamente la sessuologia?
La sessuologia, si occupa di studiare la sessualità, dal punto di vista biologico, psicologico, relazionale e anche culturale/sociale/storico.
Quando una persona dovrebbe rivolgersi ad un sessuologo?
Le persone possono rivolgersi ad un sessuologo per avere informazioni corrette sulla sessualità, quando hanno delle difficoltà a livello sessuale (previa regolare visita con ginecologo o andrologo per sincerarsi che non vi siano patologie che posano essere la causa del disturbo), o nel vivere bene le relazioni a causa di un malessere legato a questo aspetto della loro vita, o perché desiderano viverla meglio, ravvivarla…o semplicemente proprio iniziare a viverla.
Come funziona in genere la terapia?
La terapia comprende un percorso di sedute con il terapeuta, con il quale si parla dei propri vissuti, talvolta può essere necessario somministrare test inerenti sia la sessualità che la personalità dell’individuo; a seconda della problematica vengono poi proposte delle vere proprie mansioni, esercizi ed attività da fare a casa, da soli o anche in coppia, se si sta vivendo una relazione, ma dipende appunto dal motivo che ha portato la persona a chiedere consulenza.
Che cosa ci si deve e può aspettare da una terapia sessuologica?
Sicuramente conoscere meglio se stessi non solo, ma anche da un punto di vista sessuale, ci si può aspettare di scoprire un nuovo modo di relazionarsi e scoprire un modo differente (se siamo per esempio cresciuti in un contesto repressivo) e più sereno, libero e piacevole di vivere la sessualità. Poter superare le difficoltà se si soffre di disfunzioni specifiche. Finalmente parlare liberamente senza tabù della propria sessualità.
Quanto tempo dura in genere una terapia con il sessuologo?
Se il percorso è per migliorare degli aspetti di una sessualità funzionale poche sedute, 4/5.
Se la terapia è richiesta a causa di una difficoltà sessuale (disturbi di desiderio, eccitazione, orgasmo), dipende molto dalla problematica e dall’impegno che l’individuo mette nel seguire ciò che viene prescritto.
E’ comunque sbagliato avere fretta, lo scoglio più grande nella società farmacologica in cui viviamo è pretendere che il nostro corpo faccia quello che vogliamo, invece, dato che è lui a parlarci, dovremmo porci più in posizione di ascolto e percezione.
Nella seduta si affrontano le problematiche che hanno portato alla situazione, sempre che non sia una condizione primaria-ossia presente da sempre-, talvolta possono essere sufficienti poche sedute (4/6), altre ci vuole molto più tempo; si deve fare sempre conto con le resistenze al cambiamento, per imparare a conoscere questa parte dì sé, alle volte anche solo guardarsi alo specchio può essere motivo di resistenza…
Però parlare di tempo è equivocabile, poiché ciascuna seduta può durare dai 50’ per i single agli 80’ minuti per la coppia; dopo i primi 4/5 incontri durante i quali si raccoglie l’anamnesi, che di solito sono settimanali, si passa a una frequenza settimanale. Per cui 20 sedute contano 20 ore che si spalmano nel corso di un anno. Quale “tempo” vogliamo considerare? Gli anni o i mesi durante i quali abbiamo rinunciato a vivere bene la nostra sessualità o le ore effettive del percorso o tutto il tempo che ha richiesto? Sempre considerando che è un lavoro “in progresso”, si fanno cambiamenti a piccoli passi.
Ha senso andare da un sessuologo in coppia?
Sì, certo, ma vorrei fare una premessa, chi è single, di solito, anche se ha delle difficoltà a livello sessuale, per esempio: vaginismo, anorgasmia, disfunzione erettile o eiaculazione precoce, indipendenti dalla situazione o dal partner e ne ha, bene o male, sempre sofferto, tende a non preoccuparsi di questo aspetto, mentre i nodi di solito vengono al pettine quando vuole relazionarsi e non riesce o vive male la coppia per questi vissuti disfunzionali riguardanti la sessualità. Spesso infatti le persone con queste difficoltà arrivano quando sono all’inizio della relazione, non concedendosi il tempo necessario per superarle, avendo premure controproducenti, cioè vorrebbero risolvere “subito”, “in modo indolore”, “senza impegnarsi troppo” e se il partner ad esempio non è disponibile o paziente o peggio ancora si imputa delle responsabilità che non ha, diventa complesso concentrarsi su di sé e non si vive nemmeno bene il momento iniziale di innamoramento nella coppia.
Di solito chi inizia con queste premesse ha scarse possibilità di successo, poiché la motivazione è vivere funzionalmente la sessualità non per se stessi ma per l’altro, con una fretta indotta, che non consente un percorso omogeneo. E’ come voler perdere 10 chili in un mese, purtroppo non succede nemmeno digiunando, occorre anche lì “tempo”: che il corpo si abitui soprattutto. Diverso se la coppia è assodata e finalmente decide di affrontare, quello che alcuni chiamano “la chiusura del cerchio”. In questi casi paradossalmente possono essere sufficienti pochi mesi…14-16 sedute.
Detto questo per la coppia ha senso andare dal sessuologo anche in determinati momenti di vita, non solo prima che si presenti una difficoltà, ma per “prevenirla”: ad esempio nel periodo della gravidanza e post gravidanza, dato che le esigenze sessuali nella coppia possono variare, e diventare motivo di discussione o distacco, un supporto a come affrontare meglio tale periodo, magari con un piccolo percorso di 4 o 5 sedute, potrebbe evitare molte difficoltà di coppia.
Anche quando il rapporto è in crisi e la sessualità ne risente, può essere utile rivolgersi al sessuologo, dato che questo aspetto è spesso solo la punta dell’iceberg: quando la sessualità non funziona bene o assente ci sono diversi motivi dietro (sempre che la coppia non abbia avuto da sempre bassa attività sessuale / libido). Non si deve attendere che passi troppo tempo, altrimenti sarà più lungo e difficile recuperare la sintonia e il rapporto, poiché si sarà cementata troppa acredine per poterla distruggere efficacemente, a quel punto è necessario pensare a un altro tipo di soluzione, ossia un accompagnamento alla separazione.
Che differenza c’è tra uno psicologo e un sessuologo clinico?
Per ottenere la qualifica di Psicologo occorre un corso quinquennale di Laurea, cui segue un anno di tirocinio e un esame di stato per iscriversi all’albo. Lo Psicologo è preparato a comprendere e aiutare i pazienti a gestire la propria emotività, vissuti, pensieri disfunzionali, lutti…e molto, molto altro ancora.
La Sessuologia è una specializzazione successiva a una prima professionalizzazione, che si occupa di tutto ciò che è inerente la sessualità, ci sono colleghi sessuologi che sono di base ginecologi, andrologi o anche psichiatri.
Quindi Sessuologia e Psicologia sono due discipline differenti, che si possono integrare, senza basi non è possibile diventare Sessuologi, i corsi sono infatti aperti solo a determinate tipologie di professionisti.
Uno Psicologo non può fare il sessuologo, e nemmeno il contrario se non si posseggono entrambe le qualifiche. Un medico può diventare sessuologo, ma il suo approccio sarà più sul soma che sulla psiche, ovviamente e presterà più attenzione a questi aspetti.
Quando i problemi legati alla sfera sessuale possono definirsi gravi?
Come tutte le problematiche in generale: quando sono di impedimento a vivere serenamente il resto della propria vita, quando ne minano la qualità, quando impediscono di vivere una relazione perché non si riesce a vivere serenamente la sessualità o al contrario quando la sessualità ha delle connotazioni quasi compulsive (non si riesce a pensare ad altro e vi si disperdono molte energie, coinvolgendo continuamente anche il partner) oppure le nostre preferenze sessuali sono talmente irrinunciabili al punto che minano la relazione con il partner o ci portano a farci o fare del male (violenze e abusi sessuali, pedofilia), o dispendere per il sesso tutti i propri guadagni (compulsioni, dipendenze, parafilie), sotto questo tipo di variabili però potrebbero esserci disturbi di personalità o altre patologie e in genere può essere utile inviare ad altre figure specializzate, come gli psichiatri.
Dott.ssa Claudia Popolillo
Psicologa, Consulente di coppia, Sessuologa
Studio Logos, Via Cavour 56 – 26900 Lodi
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