Quando solitamente in famiglia non vengono trasmesse quelle notizie di base per poter vivere adeguatamente la propria sessualità e le informazioni non vengono neppure recepite attraverso uno scambio amichevole disinteressato, in mancanza di sane letture che riportino dati scientificamente corretti, al fine di poter prevenire disfunzioni e disturbi della sfera sessuale la persona necessita di una educazione alla sessualità.
Non è sufficiente essere dotati di organi sessuali adeguatamente funzionanti ed avere pulsioni per poter agire una sessualità gratificante con sé e con altri. E’ necessario conoscere praticamente il “che cosa è” (nozioni anatomiche) e il “come funziona” (nozioni fisiologiche) riferiti agli organi sessuali del proprio e dell’altrui sesso; inoltre è importante acquisire specifiche abilità sessuologiche (cognitive e comportamentali) di base che permettano un adeguato comportamento di approccio con l’altro antecedente lo scambio sessuale.
Secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità l’educazione sessuale dovrebbe essere integrata lungo il corso del curricolo scolastico dalle scuole materne alle scuole superiori, meglio se in classi miste per favorire la comunicazione tra i sessi. Infatti la sessualità si modifica nelle sue esigenze lungo gli anni dello sviluppo della persona: dalla iniziale curiosità, alla esplorazione personale fino a tutte quelle problematiche concernenti l’interrelazione con l’altro sesso (secondo una ottica eterosessuale).
Tuttavia in certe scuole italiane si riscontra che la prevenzione fatta in gruppo, a livello pubblico, incontra purtroppo varie resistenze quando si tratta di prevenire problematiche personali ed interpersonali di rilevanza sanitaria e sociale attraverso programmi di educazione sessuali. Da una parte si riscontrano le paure di certi genitori per la scarsa fiducia che la scuola possa farsi carico di una tematica molto delicata, paure che possano venir messi in discussione atteggiamenti e valori genitoriali ed infine il timore che una informazione troppo esplicita possa nuocere a figli minorenni. D’altra parte tante scuole tendono a utilizzare o docenti insegnanti materie scientifiche o professionisti esterni molto collegati alla presidenza o ad alcuni docenti significativi. Non sempre sessuologi clinici con provate capacità didattiche vengono interessati dagli istituti scolastici a beneficio dei giovani che, in mancanza di informazioni corrette, sperimentano spontaneamente atti sessuali tra loro con il rischio di gravidanze indesiderate, traumi sessuali, malattie sessualmente trasmesse, attivazione di disfunzioni e disturbi della sessualità, approcci sessuali inadeguati, spesso violenti e dannosi. Non a caso, non ostante si parli molto più rispetto al passato sessualità e una educazione specifica venga attuata, seppur non capillarmente, in certe realtà scolastiche, i sessuologi clinici riscontrano un aumento della domanda sessuologia da parte dei giovani, comunque malattie sessualmente trasmesse continuano a proliferare, le gravidanze indesiderate sono in aumento, approcci inadeguati sembrano caratterizzare i rapporti tra i sessi, mentre le disfunzioni sessuali esordienti sin dai primi rapporti vengono spesso sanate o con interventi maldestri fai-da-te o vengono all’osservazione clinica tardivamente quando si sono cronicizzate. L’augurio è che una educazione alla sessualità possa non solo diffondersi maggiormente nella nostra Penisola, ma sia pure gestita da professionisti competenti e disinteressati al servizio di giovani che cercano un benessere completo fisico, mentale e sociale e non soltanto una assenza di malattie.
Dr Paolo Zucconi sessuologo clinico e psicoterapeuta comportamentale a Udine