Giornata Mondiale Disturbi Alimentari: le iniziative per supportare gli esperti

di Manuela Zanni


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Favorire, da parte delle istituzioni, l’adozione di diete sane e sostenibili per un numero sempre più elevato di persone è considerato uno strumento fondamentale per la lotta ai DA. La Dieta Mediterranea rappresenta il modello di dieta sana e sostenibile per eccellenza.

La dieta mediterranea racchiude in sé la capacità scientificamente provata di apportare benefici in termini di salute, di prevenire alcune patologie croniche (malattie cardiovascolari, diabete, obesità e alcuni tipi di tumori), e, allo stesso tempo, di determinare effetti positivi sulla sfera socio-culturale, economica e ambientale.

 

Nonostante l’emergenza sanitaria globale, la lotta ai disturbi alimentari non si è arrestata e il  Ministero della Salute ha fortemente sostenuto i  seguenti progetti  pensati per contrastare questa categoria di malattie:

Attraverso la Piattaforma per il contrasto alla malnutrizione, il Ministero della Salute mira a promuovere la dieta mediterranea, andando oltre il concetto di cibo, considerandola dal punto di vista etimologico del termine come “stile di vita”, per la lotta ai DA, per la prevenzione delle malattie croniche non trasmissibili e per la “Global Health“:

Il progetto è stato portato avanti anche nel periodo della pandemia. Dall’analisi preliminare dei dati provenienti dalle schede di dimissione ospedaliera degli ultimi 5 anni (dal 2014 al 2018) su 60mila ricoveri complessivi per DA di cui oltre 12mila nel 2018, è stato riscontrato:

  • un aumento della patologia pressoché costante nel tempo
  • un moderato calo dell’età mediana (da 25 anni a 23 anni) e della proporzione di ricoveri di sesso femminile rispetto a quelli maschili (il tasso di ricovero dei maschi arriva fino al 18%) confermando un abbassamento dell’età di insorgenza dei DA e una loro maggiore diffusione nella popolazione maschile.
  • nei maschi un tasso più alto nelle fasce d’età più giovani (inferiore ai 10 anni e dai 10 ai 14 anni) e segue un andamento decrescente
  • nelle femmine il tasso è più alto nella fascia 15-19 anni e segue una distribuzione normale.

Bulimia nervosa
Il numero e la percentuale di ricoveri per diagnosi principale di bulimia nervosa (BN) mostra un decremento dei ricoveri dal 2014 al 2018, in particolare nelle femmine, passando da 1 su 100.000 abitanti a 0,73 su 100.000 abitanti.

Anoressia nervosa
Confrontando il tasso di ospedalizzazione del 2018 per anoressia nervosa (AN) distribuito per età con lo stesso studio riferito agli anni 2004-2005 emerge una distribuzione sovrapponibile nell’età adolescenziale con un picco intorno ai 17 anni, mentre risulta significativamente diminuito il tasso di ospedalizzazione nell’età adulta.

Analisi Regionale
Per quanto riguarda i tassi di ospedalizzazioni nelle diverse regioni italiane, emergono forti differenze tra una regione e l’altra.
Nelle regioni dove sono presenti reti di servizi diffuse e specializzate nel trattamento dei DA il tasso di ospedalizzazione, che ricordiamo segnala la necessità di un ricovero salvavita, è molto più basso, evidenziando come un intervento precoce nel territorio possa evitare l’aggravarsi dei quadri clinici e migliorare la prognosi.

Nel dossier in via di finalizzazione si parla, infatti, sempre più di “salute globale”, uno dei punti cruciali dei SDG’s i 17 obiettivi da raggiungere entro il 2030 approvati dall’ONU dagli Stati Membri dell’Organizzazione delle Nazioni Unite.
Per raggiungere l’obiettivo di salute globale non si può prescindere dal concetto di sviluppo sostenibile, inteso come la capacità di soddisfare le necessità delle generazioni presenti e future, in maniera dignitosa ed equa per tutti, senza distruggere i sistemi naturali da cui si traggono le risorse per vivere.

 

 

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