Endometriosi, quali sono i primi segnali e le cause? 

di Alice Marchese


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L’endometriosi è una malattia alquanto complessa soggetta a continui studi. Si tratta di un’anomalia delle cellule endometriali. Queste sono le cellule normalmente presenti nella cavità uterina, che presenta aspetti ancora misconosciuti. E’ una malattia complessa e difficile da diagnosticare.

Endometriosi: un’infiammazione cronica benigna

L’endometriosi è un’infiammazione cronica benigna degli organi genitali femminili e del peritoneo pelvico. Nell’endometriosi il tessuto endometriale va a posizionarsi in sedi diverse da quella fisiologica.

È una patologia molto frequente nella popolazione generale. Si calcola che possa interessare il 10-20% delle donne in età fertile. Colpisce infatti prevalentemente donne tra i 25 e i 35 anni ed è praticamente assente nell’età pre-puberale e post-menopausale. Spesso è asintomatica. Quando  non lo è si manifesta generalmente con dolore pelvico. Soprattutto in fase peri-mestruale, mestruazioni dolorose e dolore durante i rapporti.

La sintomatologia dolorosa può inoltre essere riferita alla defecazione.
È quindi proprio il dolore il primo campanello di allarme dell’endometriosi.

I 4 stadi della patologia

Vi sono quattro stadi di endometriosi.

  1. Endometriosi Minima: l’estensione della patologia è minima e si caratterizza per la presenza di pochi millimetri di tessuto endometriale al di fuori dell’utero. Sono localizzati in posizione superficiale nei tessuti.
  2. L’endometriosi Lieve: è caratterizzata da un maggior numero di lesioni anche più profonde.
  3. Endometriosi Moderata: l’estensione è maggiore. Sono presenti cisti ovariche (endometriomi) mono o bilaterali tra gli organi pelvici.
  4. Endometriosi Grave: impianti endometriosici molto profondi e presenza di voluminose cisti su una o entrambe le ovaie. Inoltre esiti cicatriziali e aderenziali importanti.

Endometriosi e alimentazione: cosa mangiare

I sintomi dell’endometriosi possono essere ridotti mantenendo un’alimentazione ricca di cibi anti infiammatori e disintossicanti. Lo riporta Humanitas.it.

È dunque fondamentale aumentare l’apporto di alimenti ricchi di fibre: cereali integrali, legumi, verdura, frutta fresca (in particolare mele, pere e prugne). Le fibre, infatti, aiutano le funzioni digestive e intestinali.

Contribuiscono ad abbassare il livello ematico degli estrogeni, aiutando, quindi, a tenere a riposo gli organi e i tessuti estrogeno-dipendenti.

Sono poi importanti i cibi ricchi di acidi grassi Omega 3. Si trova nel pescato, dal pesce azzurro, al salmone, al tonno fresco, nonché in olio d’oliva, frutta secca e semi, come quelli di girasole, zucca o lino. Gli Omega 3, infatti, contribuiscono ad aumentare la produzione di prostaglandina PGE1. Questa è la molecola in grado di ridurre i processi infiammatori.

Come si cura

Se la patologia è ancora in fase iniziale e la paziente è asintomatica viene spesso privilegiata una condotta di controllo e attesa.

Ci si può sottoporre a una terapia farmacologica. Risulta utile anche a limitare il rischio di recidiva in pazienti che hanno già sostenuto la chirurgia. Solitamente si somministra la pillola anticoncezionale.

I sintomi

I sintomi sono molti e non tutti necessariamente concomitanti. I più frequenti sono i seguenti:

  • dolore durante i rapporti sessuali
  • dolori lombari cronici, inspiegati
  • stitichezza alternata a diarrea
  • sciatalgia presente durante la fase mestruale
  • dolore pelvico cronico durante il ciclo
  • dolore all’evacuazione.

    L’endometriosi non ha una cura unica. La terapia è sempre polivalente e va studiata a seconda dei casi: dell’età della donna, del grado di dolore, del desiderio di maternità e dalla gravità delle lesioni. In alternativa, e nei casi in cui è necessario intervenire, è prevista la terapia chirurgica in laparoscopia o laparotomia.

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