Prima c’è stata la dieta a zone, poi quella Dukan, e nel frattempo chissà quante altre create dai nutrizionisti di tutto il mondo, che ne sanno sempre una più del diavolo, come Alberico Lemme, un farmacista che ha ideato un regime alimentare che promette una perdita di peso importante. Parliamo esattamente di 7-10 chili mensili.
La dieta Lemme sembra un miraggio perché, al contrario di molti altri regimi alimentari per la perdita dei chili in eccesso, non implica grandi rinunce e non ci costringe neppure a usare la calcolatrice per fare il calcolo esatto delle calorie da ingerire giornalmente, ma si basa su una lista di alimenti concessi e quelli che invece andrebbero totalmente banditi, e come la dieta Dukan si suddivide in fasi ben delimitate da precisi obiettivi di dimagrimento.
Nulla di troppo complicato. Si comincia con una prima fase che è proprio quella del dimagrimento e prevede una perdita di peso di massimo 10 chili mensili, con un menu che cambia in media ogni due giorni. Durante questi due giorni, proprio per capire in che modo il corpo e il metabolismo rispondono agli alimenti, bisognerà annotare peso e misurare i centimetri del girovita, delle cosce, delle spalle e del seno. Il punto è capire esattamente in che modo e da dove perdiamo i chili in eccesso.
La seconda fase della dieta Lemme comincia quando si ottiene il peso desiderato, che ricordiamoci bene deve essere soprattutto “salutare”, ed è la cosiddetta fase di mantenimento. Lo scopo è evitare il classico effetto yo-yo e di riprendere velocemente tutti i chili persi durante le settimane precedenti. Questa fase dovrebbe durare almeno tre mesi, cambiando il menu ogni settimana e cominciando a integrare tutti gli alimenti che gradite poco per volta, ma ovviamente non esagerando con le porzioni.
E’ chiaro che è un dieta apparentemente poco rigida, senza cibi pesati o astrusi calcoli, debba necessariamente bandire dalla tavola molti degli alimenti che consumate di solito. In generale, secondo Alberico Lemme, possiamo mangiare carne e pesce a volontà, da condire e insaporire con olio extra vergine di oliva e tutte le spezie che gradite. Meglio evitare invece il comune sale da cucina, che tende a far aumentare l’indice glicemico degli alimenti. Via libera invece ad aglio, pepe, prezzemolo, crusca e limone, e per colazione un tè o un caffè. Da evitare anche gli zuccheri raffinati poiché contribuiscono a innalzare i livelli di insulina, e non è possibile associare carboidrati e proteine nello stesso pasto. Indubbiamente niente dolci, ma neppure vino, latte, carote, aceto e pomodoro, per tutta la durata di entrambe le fasi. In compenso i cibi potete cucinarli come preferite; concesse anche le fritture, che invece sono state bandite da tutte le diete che abbiamo già fatto o che conosciamo.
Attenzione agli orari dei pasti. Spesso a causa di orari di lavoro molto serrati mangiamo qualcosa solo quando, e se, abbiamo tempo. In questa dieta la colazione andrebbe fatta entro le 9,30 del mattina, mentre il pranzo andrebbe consumato tra le 12 e le 14; tutti in tavola a cena tra le 19 e le 21. Tra le 10 e le 11 possiamo concederci il primo spuntino e la merenda invece andrà fatta tra le 16 e le 17. I carboidrati vanno consumati durante le ore diurne ed evitati a cena.
Essendo, come tante altre diete, un regime alimentare per lo più proteico, possono esserci delle controindicazioni che riguardano eventuali danni a reni e fegato, per cui prima di cominciare questa, ma in generale qualunque altra dieta, sarebbe il caso di consultare un medico. Inoltre la dieta Lemme, essendo poverissima di sale, non è adatta a soffre di cali di pressione.