La dieta intermittente recentemente sta prendendo piede tra le celebrities e la curiosità aumenta sempre di più. Nessun alimento è vietato, ma cambia l’organizzazione della giornata o della settimana e ci sono diversi modelli che variano a seconda delle esigenze.
Tutti sostengono che il digiuno possa apportare benefici, tra cui il più evidente è rappresentato dalla riduzione delle malattie infiammatorie e di molti biomarcatori di rischio per la salute. Ma non è sempre così dal momento che stiamo parlando di un cambiamento significativo del proprio regime alimentare e non si può comunque scegliere da sé. Perché in ogni caso ci sono regole che non possono valere per tutti e che dipendono dalle differenze individuali. Dunque non bisogna mai improvvisare perché potrebbero subentrare delle complicazioni non indifferenti.
La dottoressa Elena Dogliotti, Biologa Nutrizionista e Supervisore Scientifico per Fondazione Umberto Veronesi ha dichiarato quanto segue a Repubblica. “Si parla di digiuno da tantissimo tempo. Il fatto di avere un apporto calorico adeguato, se non leggermente al di sotto dei fabbisogni dettati da linee guida internazionali, sembrerebbe essere, secondo gli studi, importante per la prevenzione di malattie croniche come diabete, malattie cardiovascolari, alcuni tipi di tumore e correlato ad un minor livello di infiammazione cronica di basso grado. Di fatto l’eccesso calorico è tra le cause dell’obesità, uno dei maggiori problemi mondiali di salute pubblica, ma nella restrizione c’è molto di più oltre al discorso della perdita di peso. Sappiamo oggi che non è importante solo quante calorie assumiamo col cibo ma anche che sia ben bilanciato l’apporto dei nutrienti (proteine, carboidrati e grassi) per evitare la malnutrizione e mantenere la massa magra in salute. Il digiuno intermittente può essere utile per molte persone ma non per tutti. Ci sono diversi aspetti da tenere in considerazione”.
Tra questi ci sono bambini e gli adolescenti, gli anziani, le donne in gravidanza, le persone che devono affrontare patologie importanti, chi ha avuto problemi del comportamento alimentare, o semplicemente persone più sensibili alla modifica dei propri ritmi circadiani.
Si tratta di una dieta estremamente vegetale con il pesce come fonte unica di proteine animali. Associata ad essa, cinque giorni di estrema restrizione calorica ogni sei mesi (o una volta al mese in caso di sovrappeso) è un’ipotesi di formula ideale per rimanere in salute.
I pro di questo regime alimentare sono:
In un giorno ci sono ventiquattro ore, parte delle quali saranno dedicate al digiuno mentre un’altra parte, più piccola, sarà dedicata ai pasti. Seguendo un protocollo 16/8, significa che si digiuna per sedici ore al giorno e si mangia durante un periodo di otto ore. Con 20/4, digiuni per venti ore e mangi all’interno di un lasso di tempo di quattro ore. C’è anche l’alternativa OMAD – One Meal a Day che prevede un solo pasto al giorno ma va scelta solo per un periodo di tempo limitato.