Come eseguire l’autopalpazione del seno

di Alice Marchese


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La prevenzione è il primo passo verso il benessere fisico e psichico. L’autopalpazione seno è uno degli strumenti che abbiamo a disposizione per combattere contro tumore.
Grazie a questo possiamo conoscerci meglio e capire così il nostro corpo. Questo esame può essere svolto una settimana dopo la fine delle mestruazioni. Fondamentale da sottolineare è che questo autoesame non si sostituisce ad un controllo svolto da uno specialista.

Quando si esegue l’autopalpazione del seno

A partire dai 20 anni di età, l’autopalpazione del seno andrebbe effettuata una volta al mese, tra il settimo ed il quattordicesimo giorno del ciclo mestruale (se quest’ultimo è regolare, è consigliabile fissare un giorno stabile).

Come si esegue l’autopalpazione del seno

L’autopalpazione si svolge in due fasi: l‘osservazione e la palpazione vera e propria.

Durante la prima fase è essenziale osservare se ci sono irregolarità. Ad esempio nella forma del seno, mutamenti nel colore della pelle, screpolature del capezzolo, ulcerazioni della cute o fossette.

L’autoesame inizia davanti ad uno specchio in un ambiente ben illuminato. Con il busto eretto, le spalle rilassate e le braccia lungo i fianchi si osserva la forma del seno e del capezzolo, sia di fronte, che di lato.

L’osservazione va ripetuta con le braccia alzate, stese sopra la testa, alla ricerca di eventuali irregolarità delle mammelle. L’operazione deve essere nuovamente eseguita unendo le mani davanti alla fronte. Il tutto contraendo i muscoli pettorali.

Palpazione

La fase di palpazione si esegue in posizione eretta. Si piega il braccio corrispondente al seno da esaminare dietro la nuca. La mammella va esaminata facendo scorrere con piccoli movimenti concentrici la parte interna di tre polpastrelli uniti di una mano (indice, medio e anulare). Queste manovre “a spirale” vanno ripetute per ogni quadrante del seno.
Muovendo le dita in senso circolare è possibile cogliere eventuali noduli o indurimenti del tessuto mammario. Si fanno dei movimenti con la mano dall’alto verso il basso. La palpazione dal cavo ascellare continua attorno alla curva del seno, non tralasciando la parte vicina allo sterno.
Le stesse manovre vanno ripetute in posizione supina, con il braccio corrispondente al seno da esaminare in alto, piegato sotto la testa.

Leggi anchePrevenzione del tumore al seno, 6 regole da seguire

Perché l’ultima fase è importante

Nell’ultima fase, si preme delicatamente il capezzolo tra indice e pollice, per verificare possibili fuoriuscite di liquido. È opportuno però qualora vengano notate degli aspetti che non ci convincono

Autopalpazione del seno, sintomi

Ci sono degli aspetti da attenzionare in questo caso:

  • Cambiamenti di forma e dimensioni di una o di entrambe le mammelle;
  • Ispessimenti o protuberanze nel seno o nella zona ascellare;
  • Perdite di sangue o di liquido dai capezzoli, non collegabili a gravidanza o allattamento (secrezioni sierose o ematiche);
  • Avvallamenti, raggrinzamenti, rilievi o fossette sulla superficie della cute;
  • Strane sensazioni (specialmente se riguardano un solo seno).
  • Variazioni nell’aspetto del capezzolo (contorni, dimensione o posizione) o retrazione dello stesso;
  • Infiammazioni o eruzioni della cute e dell’areola (pelle a buccia d’arancia, gonfiori, arrossamenti o sensazione di calore);
  • Dolore ingiustificato al seno o all’ascella.

Leggi anche: Accesso gratuito ai test genomici per il tumore al seno

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