Il Lipedema, erroneamente classificato come malattia rara, è una patologia genetica e infiammatoria che necessita di maggiore consapevolezza e strategie mirate.
Cos’è la Candida Auris che ha ucciso un anziano di Mestre?
Dopo i primi casi in Ghana di virus Marburg, c’è un’altra patologia che preoccupa l’Italia. Si tratta della Candida Auris ed è stata registrata una prima vittima in Veneto. Un 70enne aveva contratto la Candida Auris in Kenya ed è morto all’ospedale dell’Angelo di Mestre.
Candida Auris: prima vittima a Mestre
Dopo essere stato in Kenya, ha contratto il virus letale. Precedentemente era stato ricoverato all’estero per preesistenti patologie, e in un ospedale locale aveva subito un intervento e al suo ingresso nel nostro Paese. Le condizioni erano alquanto critiche e attraverso esami somministrati successivamente, è stato possibile individuare la presenza della Candida Auris.
“Al momento non si segnalano altri contagi”
“A determinare il decesso un mix di complicanze e patologie tra cui il temutissimo, resistente al 90 per cento degli antifungini e altamente contagioso”. Lo sottolinea Sandro Panese, direttore delle Malattie infettive dell’Ulss 3 Serenissima del Veneto. “In reparto sono scattate fin dal primo momento tutte le verifiche del caso e sono state messe in campo tutte le precauzioni per evitare il diffondersi del fungo. Al momento non si segnalano altri contagi” spiega Panese.
Candida Auris: i sintomi
“I sintomi dell’infezione sono piuttosto generici e includono dolori muscolari, difficoltà a deglutire, febbre, affaticamento e bruciori. La presenza del patogeno può essere stabilita solo attraverso specifiche analisi microbiologiche”. Continua il direttore delle malattie infettive.
Come avviene la trasmissione
“Candida auris può infettare per contatto con superfici infette o con altre persone che hanno già contratto l’infezione- spiega Panese-. Inoltre, questo lievito è in grado di generare un biofilm capace di resistere ai più comuni disinfettanti e prodotti detergenti usati in ambiente ospedaliero, inclusi perossido di idrogeno e clorexidina, oltre che ovviamente a quelli tipicamente a uso domestico. Il che significa, in sostanza, che una volta che il fungo ha colonizzato un’area ospedaliera (o eventualmente una casa privata) diventa particolarmente complesso da eradicare completamente”. Lo riporta RaiNews24.
Perchè Candida Auris merita attenzione
“Si tratta di un fungo lievitiforme, resistente a molti antifungini, altamente contagioso e con una mortalità tra il 20 e il 70% con i valori più alti che riguardano ovviamente persone anziane (ma anche bambini) in condizioni pregresse di fragilità”. A dichiaralo è Maurizio Sanguinetti, direttore dell’Unità operativa complessa di Microbiologia al policlinico Gemelli di Roma. Si tratta anche del presidente della Società europea di microbiologia clinica e malattie infettive (Escmid). Candida Auris è un parente della più conosciuta e meno letale specie albicans (quella che provoca, tra le altre cose, la candidiasi cutanea).
Come si intercetta questa patologia
“Esistono due metodi principali per identificare i funghi patogeni. Un primo metodo basato su test biochimici e un secondo sulla spettrometria di massa. Per intercettare la Candida Auris è necessario un sistema identificativo forte, come la spettrometria di massa. Inoltre è fondamentale porre in atto tutte le misure per contenere il microrganismo”.
La situazione in Italia
La trasmissione di questa candida è in crescita in Italia e a fine dello scorso novembre il ministero della Salute ha diramato una circolare perché aumenti l’attenzione in tutte le strutture sanitarie del Paese, sottolinea il primario di Microbiologia.
“In Italia dal 2019 sono stati descritti e notificati sia casi importati che autoctoni di colonizzazione o infezione, per un totale di circa trecento casi. Considerato l’alto rischio di mortalità il Ministero ricorda che ogni episodio va comunicato tempestivamente al Sistema informativo delle malattie infettive e diffusive. Si raccomanda di seguire quanto più attentamente possibile le indicazioni. Questo per la riduzione del rischio, il riconoscimento, l’informazione ai soggetti coinvolti e la gestione dei casi di Candida Auris”.
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