Le allergie sono ormai una vera e propria epidemia, la cui incidenza aumenta sempre più di anno in anno. Uno studio pubblicato sul “ Journal of Allergy and Clinical Immunology” ne conferma la crescente diffusione, in particolare, il ricercatore Hywel Williams, a capo dell’equipe di medici che ha studiato il fenomeno, spiega che a subire questo aumento saranno soprattutto i paesi in via di sviluppo e a rapida crescita demografica. La causa principale è da ricercare nei cambiamenti climatici e nell’ambiente.
Ma cerchiamo di capire meglio cosa sono le allergie:
L’allergia è una malattia del sistema immunitario caratterizzata da reazioni eccessive causate da particolari anticorpi nei confronti di sostanze abitualmente innocue, quali pollini, polvere, pelo del gatto…
Gli allergeni sono molto numerosi e si dividono in allergeni di origine animale (acari, forfore animali, larve), di origine vegetale (farine, fibre tessili, lattice, pollini, semi), derivanti da funghi e batteri (antibiotici, enzimi) e chimici (farmaci, coloranti, ecc). L’esposizione a questi allergeni avviene per via inalatoria o per contatto.
I pediatriviennesi Clemens von Pirquet e Béla Schick, furono i primi a parlare di allergia nel 1906: osservarono come il sistema immunitario poteva svolgere anche un ruolo dannoso con risposte alterate dopo la somministrazione di siero eterologo o del vaccino del vaiolo a scopo terapeutico. Pirquet e Schick chiamarono questo fenomeno “allergia”, dal greco ἄλλος, “altro”, ed ἔργον” “lavoro”.
L’allergia è influenzata da fattori genetici. Non è l’anticorpo che viene ereditato, ma solo la generica predisposizione: un genitore allergico, ad esempio, al polline potrà avere figli allergici ad acari e nipoti allergici a pelo animale, e così via. Le allergie derivano da alterazioni poligeniche su diversi cromosomi del DNA, si suppone che alcuni di questi siano anche quelli regolatori dell’asma. La probabilità di sviluppare un’allergia in un bambino in cui entrambi i genitori siano allergici si aggira intorno al 40-60%, con nessun genitore allergico si riduce al 5-10%. Il rischio di sviluppare un’allergia aumenta all’aumentare del numero dei parenti affetti. I fattori ambientali hanno forte influenza nell’insorgenza dell’allergia. La teoria “Hygiene Hypothesis“, indica nell’eccesso di igiene una delle cause che favoriscono l’insorgere dell’allergia, poichè un ambiente eccessivamente sterilizzato non è salutare per il sistema immunitario che diviene più predisposto allo sviluppo di allergie.
La predisposizione all’allergia è legata anche al mese di nascita: la primavera è la stagione dei pollini, l’autunno è caratterizzato da una maggiore la frequenza degli acari: l’esposizione prematura ad uno di questi allergeni comporta maggiori probabilità di svilupparne allergia.
Uno studio afferma che sono più colpiti da allergie gli individui che appartengono a ceti alti, sono figli unici, vivono in aree urbane e mantengono alti standard igienici.
I sintomi locali tipici dell’allergia sono:
Il test principale per la diagnosi di allergia è il test cutaneo “prick-test“: si somministra una minima quantità di allergene con la cute lievemente scarificata con l’ausilio di particolari lancette: se il paziente ha anticorpi IgE attivi contro un determinato allergene si osserverà una reazione di gonfiore localizzato con prurito (pomfo) in corrispondenza della sostanza cui è allergico il paziente.
Non esiste una cura definitiva per le allergie, ma è possibile adottare una terapia di desensibilizzazione agli allergeni. Una soluzione è rappresentata dal vaccino: la somministrazione dell’allergene in questione determina la formazione di IgG che bloccano l’antigene prima dell’adesione alle IgE. Il vaccino è comunemente usato per le allergie inalatorie.
Si possono inoltre trattare i sintomi delle allergie con farmaci che inibiscono i recettori H1 dell’istamina, detti antistaminici. Sono utilizzati anche farmaci antinfiammatori, tra cui il cortisone. Così pure i cromoni, la cui azione consiste nell’impedire la liberazione di istamina ed altre sostanze irritanti. Questi farmaci agiscono con maggiore efficacia se somministrati prima del contatto con l’allergene.
Fonte: Antiaging Club
www.antiagingclub.it