Le sue virtù si trovano descritte già nelle iscrizioni della Grande Piramide di Cheope; tra gli innumerevoli usi dell’aglio troviamo quello per il trattamento della lebbra, gli usi in campo veterinario e della bellezza. I medici, inoltre, lo prescrivevano già durante il Medioevo per curare alcuni handicap congeniti come la sordità e gli indiani americani utilizzavano l’aglio come rimedio per mal di testa, flatulenza e scorbuto.
L’aglio è usato soprattutto nel trattamento del colesterolo alto e dell’ipertensione. Tradizionalmente è utilizzato per le sue proprietà antisettiche e antibatteriche, nonché per il trattamento delle comuni infezioni delle vie respiratorie superiori, della bronchite lieve e della rinite, ma anche per alleviare la tosse e la congestione. Altri usi potenziali dell’aglio includono il trattamento dell’aterosclerosi, dei disturbi della prostata, del diabete,di alcuni disturbi gastrointestinali e del colon irritabile anche se, in tutti questi casi, mancano test sufficienti che dimostrino la sua efficacia.
E’ ovvio, però, che mai come nel caso dell’aglio, la sua fama di “pianta miracolosa” ha prove empiriche che vanno oltre quelle dei test scientifici. In effetti l’aglio è un toccasana di salute ma, come sempre in questi casi, bisogna fare attenzione a non sopravvalutarlo e a non abusarne.
L’aglio può essere mangiato fresco, cotto, in polvere, in capsule e sotto forma di olio ed estratto.
Si consigliano le seguenti dosi per il consumo d’aglio: da 2 a 5 g di aglio crudo fresco; da 0,4 a 1,2 g di polvere d’aglio essiccato; da 2 a 5 mg di olio di aglio; da 300 a 1.000 mg di estratto di aglio. Tuttavia, stabilire in maniera generica il dosaggio dell’aglio è sbagliato e molto dipende dalla tolleranza personale. Quello che si può dire è che consumare regolarmente aglio in cucina, come condimento o come base per alcune salse, è decisamente consigliato per combattere i malanni di stagione e stare in salute. Se soffrite di particolari patologie, invece, parlate con il vostro medico prima di consumare aglio in maniera consistente.
Gravidanza e allattamento: aglio sì o no?
L’aglio può essere usato in modo sicuro in gravidanza e allattamento. Tuttavia, il consumo da parte delle madri che allattano può influire sul comportamento del bambino, provocando un prolungato attaccamento al seno e un aumento della suzione. Anche questo, però, pare essere una leggenda. In ogni caso, non ci sono controindicazioni del consumo di aglio in gravidanza e nell’allattamento.
Interazione dell’aglio con i farmaci
I pazienti che assumono regolarmente farmaci, invece, devono parlare con il proprio medico circa l’uso massiccio di aglio se e quando questo avvenga.
Tra gli effetti collaterali dell’aglio, come si sa, i più comuni sono l’odore del corpo e l’alito cattivo. Sono stati riportati talvolta anche sintomi quali giramento di testa, flatulenza, nausea, reflusso e sudorazione, specie nei casi di cattiva digestione. L’ingestione di grandi quantità di aglio può aumentare il rischio di sanguinamento postoperatorio e spontaneo. Infine, esistono casi di allergia all’aglio.