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Abitudini alimentari scorrette: non è solo ciò che si mangia, ma quando si mangia!
In un recente studio, pubblicato su Nature Medicine, il dottor Georgios Paschos, ricercatore della Perelman School of Medicine, University of Pennsylvania, ha cercato di spiegare quali siano le funzioni fisiologiche coinvolte nell’alimentazione notturna e quali effetti produca l’assunzione di cibo in orari scorretti.
Le cellule adipose del nostro corpo non solo sono in grado di immagazzinare e rilasciare energia, derivante dall’assunzione alimentare, ma anche di comunicare con il cervello circa la quantità di energia immagazzinata, attraverso l’ormone leptina. In particolare, quando le cellule adipose hanno immagazzinato energia a sufficienza dal cibo, secernono leptina, che segnala al cervello un minor bisogno di cibo e senso di sazietà. Le cellule adipose contengono inoltre un gene-orologio, l’Arntl (noto anche come Bmal1), che induce l’individuo ad alimentarsi nei momenti del giorno idonei: in modo tale che possa assumere l’energia necessaria e successivamente consumare l’energia assunta.
Lo studio americano guidato dal dottor Georgios Paschos è stato condotto su alcuni topi da laboratorio e ha previsto la rimozione del gene-orologio Arntl dalle cellule del tessuto adiposo dei topi. Tale soppressione genetica ha portato i topi a diventare obesi, a seguito del cambiamento delle abitudini orarie alimentari. Questi risultati hanno fatto riflettere i ricercatori sulle complesse cause di obesità negli esseri umani.
Lo studio evidenzia alcuni aspetti importanti per il nostro benessere: in primo luogo, consumare cibo durante le ore di riposo anziché durante le ore diurne favorisce lo stoccaggio di energia e ciò aumenta la massa grassa.
Quando il ritmo quotidiano tipico di una specie è alterato, possono avvenire cambiamenti nel metabolismo. Per esempio, i lavoratori dei turni di notte hanno una maggiore prevalenza di obesità e sindrome metabolica, e i pazienti con disturbi del sonno hanno un rischio maggiore di sviluppo di obesità.
Nel loro insieme, queste ricerche, sottolineano l’importanza dell’orologio molecolare come orchestratore del metabolismo e del suo ruolo centrale per le cellule di grasso per l’assunzione di cibo e il dispendio energetico.
Fonte: Antiaging Club
www.antiagingclub.it
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