Antonino Cannavacciuolo: “Devo a Cinzia tante cose”

di Redazione


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Antonino Cannavacciuolo è uno degli chef più famosi in Italia grazie non solo alla sua cucina plurilstellata ma anche per i suoi tanti e seguiti programmi televisivi come MasterChef e Cucine da Incubo.

Cannavacciuolo, 47 anni, ha di recente ricevuto la terza stella Michelin per il suo ristorante Villa Crespi e, intervistato dal Corriere della Sera, ha svelato: “Molti pensavano che Masterchef mi avrebbe danneggiato. Si è messo a fare televisione, smetterà di lavorare e di stare in cucina… E invece non ho mai abbandonato il mio lavoro”, invece “Masterchef mi ha dato tantissimo. Anche gli stessi ospiti. Sono proprio fatto in un modo per cui cerco di prendere sempre il massimo da quello che avviene nella mia vita. E nulla mi passa accanto per caso”.

Cannavacciuolo, nato a Vico Equense il 16 aprile 1975, ha raccontato di avere vissuto “senza un padre. Non voleva che anch’io facessi il cuoco, sognava che avessi un’esistenza diversa e invece io sentivo che era quella la mia strada, la mia vera passione”. Dal papà, però, il giudice di Masterchef ha ereditato la passione per la cucina.

Natale Cannavacciuolo

Natale Cannavacciuolo

LEGGI ANCHE: Il pranzo di Natale di Antonino Cannavacciuolo.

Cannavacciuolo è sposato con Cinzia Primatesta. La coppia ha avuto due figli: Elisa, nata nel 2007, e Andrea, nato nel 2012. Cinzia si occupa della gestione delle varie attività di famiglia: “Devo a lei tante cose, come quella di avermi regalato la tranquillità di potermi dedicare al mio lavoro”.

Tuttavia, a proposito di lavoro, Cannavacciuolo ha rivelato di non essersi mai preso “una vacanza in senso tretto. Anche quando vado fuori per divertimento so che poi mi porto sempre dietro il mio lavoro. E poi, questo lo dico soprattutto ai più giovani, secondo me la differenza la fa il cercare sempre di migliorare e migliorarsi”.

Infine, Cannavacciuolo è certo: “io nasco cuoco e morirò cuoco. Non vedo nulla se non il mio lavoro. Tanto che a volte mi dico che sono fissato. Che vivo tutto questo quasi come una malattia… Non conosco davvero distrazioni”.

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