H&M finisce nell’occhio del ciclone mediatico: a scatenare l’ira dei clienti più affezionati è il nuovo catalogo in cui l’azienda definisce “plus size” taglie oggettivamente medie. E in effetti, le modelle immortalate negli scatti pubblicati sul catalogo hanno poco a che fare con quelle che collettivamente vengono definite taglie forti, a meno che le regole siano cambiate e una 42 italiana non sia già una taglia “over”.
Un cliente dopo aver preso visione della nuova collezione H&M sul catalogo che l’azienda ha spedito, ha cinguettato a gran voce “Dovreste vergognarvi a definire queste come taglie forti”, “Non c’è da stupirsi che le ragazze pensino di dover apparire in un certo modo”, ha aggiunto un altro. Polemica che ha superato i confini del web ed è arrivata anche nel paese del magnate del low cost, grazie all’intervento dell’avvocato Emma Igelström: “H&M deve assumersi le proprie responsabilità. É lo sponsor per la squadra olimpica svedese e chiamando taglie forti queste ragazze rafforza l’idea che le donne ideali sono super-magre”
H&M ha immediatamente rilasciato una dichiarazione, in risposta alle critiche, sostenendo che tutte le modelle della sezione “taglie forti” indossavano almeno una taglia 44, lo standard per l’abbigliamento taglie forti. In ogni caso, un rappresentate dell’azienda ha detto che il tutto è comunque soggetto a libera interpretazione dato che le modelle presenti nella sezione “plus size” avrebbero facilmente potuto indossare una taglia media, cosa che a quanto pare taglia la testa al toro spegnendo ogni polemica.
Ma qual è davvero il punto della questione? Il problema è delle aziende tessili che hanno riclassificato il concetto di “taglia forte” o di chi vive con frustrazione un sistema che fa la differenza tra “regolare” e “plus size”? A voi l’ardua sentenza.
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