La vitiligine è una malattia che colpisce l’1% dei bambini, soprattutto europei e nordamericani, e che si manifesta nella maggior parte dei casi prima dei 18-20 anni, ma alcune volte anche prima degli 8-10 anni. In ogni caso è riscontrabile difficilmente prima dei 2 anni, anche se sono stati appurati casi di vitiligine neonatale.
Questo disturbo si distingue in vitiligine segmentaria e vitiligine non segmentaria, ma tra i bambini è più diffusa nella forma segmentaria e cioè con macchie bianco-latte sulla pelle ben circoscritte, asimmetriche e dai bordi frastagliati, che si sviluppano gradualmente nell’arco di uno o due anni per poi fissarsi in modo permanente in una determinata zona del corpo. La sede più colpita è, di solito, l’area del trigemino, seguita da tronco, collo e arti superiori e inferiori.
Meno diffusa tra i bambini è la vitiligine non-segmentari,a che si distingue in vitiligine generalizzata, quando la depigmentazione interessa entrambi i lati del corpo in modo simmetrico; vitiligine segmentale, dove le chiazze depigmentate interessano un solo lato del corpo; e vitiligine focale, cioè circoscritta a una zona del corpo o a poco più di essa.
Quella generalizzata viene classificata come la formula con prognosi peggiore perché le macchie tendono a diffondersi spontaneamente in tutto l’arco della vita con qualche ripigmentazione parziale e spesso transitoria di alcune zone.
In genere, la vitiligine nei bambini fa la sua comparsa in modo lento e con lesioni limitate, visibili soprattutto negli angoli della bocca e delle palpebre, nelle zone genitali e nelle parti del corpo soggette spesso a microtraumatismo, come gomiti, dorso delle dita e creste tibiali.
La vitiligine è una conseguenza della scomparsa dei melanociti nella pelle e non è ancora chiaro quale possa essere il motivo per cui si verifica, ma la comunità medica ha proposto, nel corso degli anni, varie teorie al riguardo.
Tra le teorie più accreditate sembra esserci quella secondo cui la depigmentazione è causata da un disturbo autoimmune, cioè una malattia in cui il sistema immunitario reagisce contro i propri organi o tessuti. Nello specifico, l’organismo produrrebbe delle proteine, le citochine, che nella vitiligine alterano il funzionamento delle cellule che producono pigmento, causandone la morte.
Esistono alcuni trattamenti per la vitiligine volti al ripristino del pigmento normale, cioè alla ripigmentazione, e altri in grado di distruggere il pigmento residuo in base al tono della pelle, praticando una depigmentazione e cioè lo sbiancamento di tutta la pelle in modo da eliminare il contrasto con le macchie di vitiligine.
Nei bambini con vitiligine si cerca di seguire una terapia di ripigmentazione omogenea che, quando ha successo, riesce a generare una ripigmentazione in corrispondenza dei follicoli, estendendosi poi centrifugamente.
Tuttavia, in età pediatrica potrebbero esservi maggiori rischi e controindicazioni che questo trattamento può provocare e quindi è bene rivolgersi a professionisti in materia per valutare in maniera approfondita il fototipo del paziente, la zona da trattare e il tipo di lesioni.
Esistono anche numerose terapie farmacologiche per la cura della vitiligine, nella maggior parte dei casi di tipo topico, che possono ridurre la visibilità della vitiligine, soprattutto con creme a base di corticosteroidi.
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