Villocentesi : in cosa consiste
La villocentesi consiste nel prelievo dei villi coriali, una porzione della placenta di origine fetale (le cui cellule, dunque, hanno lo stesso materiale genetico del feto). Il prelievo si effettua tramite l’inserimento di un ago nell’addome della donna, sotto controllo ecografico.
Di solito non é necessaria anestesia, ma l’analisi puà essere fastidiosa per la procedura che richiede di muovere l’ago per il prelievo delle porzioni di tessuto.
I risultati della villocentesi, di solito, si hanno in due settimane (le cellule devono essere coltivate in laboratorio prima di essere analizzate).
A cosa serve la villocentesi
Le cellule prelevate vengono coltivate in laboratorio. Su di esse si effettuerà l’analisi del cariotipo, ovvero del corredo cromosomico del feto, allo scopo di effettuare la diagnosi prenatale di eventuali anomalie cromosomiche (trisomia 21 o sindrome di Down, trisomie 13 e 18 o aneuploidie dei cromosomi sessuali).
Possono essere svolte anche indagini mirate per escludere che il feto sia affetto da particolari malattie genetiche.
Villocentesi: rischi
Il rischio abortivo é simile a quello dell’amniocentesi (1% circa).
Raramente possono verificarsi perdite di sangue e/o di liquido dai genitali, contrazioni uterine, infezioni intrauterine con febbre.
Dopo la villocentesi, viene effettuata la profilassi per il rischio di immunizzazione Rh.
Costo della villocentesi
Il costo é molto variabile, da un minimo di 500 euro. Il prezzo aumenta se all’esame di base si aggiungono test specifici per malattie genetiche particolari.
Nelle strutture pubbliche, ove effettuato, l’esame é gratuito per donne oltre i 35 anni o con un rischio aumentato di patologie cromosomiche (ad esempio in caso di risultato positivo ai test probabilistici).