Che differenza c’è tra assegno divorzile e di mantenimento, in che modo si applicano le due misure previste dalla legge? Ci spiega tutto L’avv. Cristiana Covaleov
Vacanze di Natale tra genitori separati
Stampa articoloIl Natale dovrebbe essere un momento in cui distendere gli animi e godersi un po’ di meritata serenità; purtroppo, però, non sempre è così per tutti quei ragazzini figli di genitori separati che, anche durante le feste natalizie, si ritrovano contesi fra la mamma e il papà. Tali situazioni possono trasformare il periodo delle feste in un’ennesima occasione di conflitto familiare e di sofferenza, tanto per i genitori quanto per i figli.
In virtù dell’affidamento condiviso dei figli in caso di separazione, i ragazzi dovrebbero trascorrere un tempo equivalente con entrambi i genitori; ma non esiste nessuna norma per sancire esattamente come gestire le vacanze natalizie dei propri figli. Come gestire, dunque, la suddivisione di questo periodo fra la madre e il padre? Il parametro di riferimento dovrebbe essere la situazione antecedente alla separazione, che, nei limiti del possibile, andrebbe mantenuta tale. Infatti è sicuramente meno traumatico, soprattutto per i bambini, continuare le proprie tradizioni familiari natalizie, magari incontrando anche quella parte della famiglia che non si frequenta molto spesso durante il resto dell’anno.
Tuttavia, soprattutto quando nel rapporto fra i due genitori separati sussiste ancora un forte elemento di tensione, è necessario dettagliare, negli atti della separazione, una precisa scaletta da seguire anche in queste situazioni. Dei circa quindici giorni delle vacanze natalizie, ce ne sono alcuni che sono dotati di un intrinseco valore speciale: per non incorrere in penose discussioni, è bene dividerseli equamente.
Secondo la mia esperienza, la più tipica suddivisione delle vacanze natalizie è quella che prevede due tranche: la prima dal 23 al 30 dicembre, l’altra dal 31 dicembre al 6 gennaio. I figli possono trascorrere con un genitore la prima tranche e con l’altro la seconda, magari invertendo i periodi l’anno successivo. In questo modo, ciascun genitore, ad anni alterni, avrà la possibilità di passare in compagnia dei figli il Natale (che è senz’altro il giorno più ambito e quindi oggetto delle più accese discussioni) e in seguito avere un piccolo spazio da dedicare a se stesso, sapendo che i figli sono presso l’altro genitore.
Una formula sicuramente più “itinerante” per i figli è quella che prevede il 24 dicembre con un genitore, il 25 con l’altro, poi il 31 dicembre e l’1 gennaio con uno e l’Epifania con l’altro. Ci sono casi in cui l’applicazione di questa suddivisione rispecchia di più il tipo di vita della famiglia ed il bisogno di costanza nei rapporti con i propri figli: è il caso ad esempio di quei genitori che hanno bambini piccoli e non abitano troppo distanti fra loro.
Non è da escludere, infine, che si possano trascorrere alcuni giorni delle vacanze natalizie tutti assieme: è necessario però stare attenti a spiegare ai figli il senso di questa scelta, in modo da non generare false speranze di riconciliazione genitoriale, che possano poi causare amare delusioni.
Nel momento in cui si affronta anche questo aspetto della separazione bisogna riflettere attentamente in merito alle proprie abitudini ed al proprio stile di vita, interrogandosi onestamente su quale delle formule appena elencate possa adeguarsi meglio ai bisogni dei propri figli (che rimangono sempre la prima priorità per ogni genitore).
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