Svezzamento, ecco gli errori più comuni da evitare

di Cinzia Rampino


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Lo svezzamento, a volte, è vissuto come un momento di particolare stress dalle mamme e, talvolta, anche dai papà. Ecco perchè durante questo periodo, che inizia intorno ai 6 mesi di vita del bambino, si possono commettere degli errori comuni e spesso irriconoscibili come tali! I genitori, infatti, non sbagliano mai per cattiveria, ma più semplicemente per ansia, per ignoranza della materia o per troppi “sentito dire” Vediamo come evitare gli errori comuni nello svezzamento.

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Regole sì, rigidità no!

Non esiste uno svezzamento unico: lo svezzamento va sempre personalizzato per ogni singolo bambino. Mentre anni fa il pediatra proponeva uno svezzamento “autoritario” facendo una dieta dettagliata, da tempo si sta lasciando sempre più spazio alle scelte del bambino e della famiglia. Lo svezzamento va visto come un momento di educazione non solo del bambino, ma anche della famiglia ad un corretto modo di mangiare.

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No allo svezzamento fai da te

Nemmeno uno svezzamento totalmente autonomo va bene. La cosa giusta è affidarsi al pediatra che conosce bene nostro figlio e lasciare che il bambino si autogestisca il più possibile rispetto alle linee guida alimentari del pediatra stesso. I bambini si autoregolano, ma non sono in grado di sapere cosa gli fa bene e che cosa gli fa male. Sanno quando hanno fame e come chiederlo e sanno quando dire basta. Amano variare i cibi e, per permettergli di sceglierli, siamo noi che dobbiamo farglieli conoscere!

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Non evitare cibi con glutine

Dall’inizio dello svezzamento abituiamo i nostri figli a mangiare tutti i giorni una minestra di verdura con crema di cereali, olio extravergine di oliva e parmigiano. Usiamo subito i cereali con glutine: è uno sbaglio ritenere che ritardando l’introduzione del glutine (proteina di struttura presente nel grano, orzo e segale) si prevenga la celiachia. Agendo in questa maniera si ottiene solo un ritardo dell’insorgenza dei sintomi, che appaiono anche meno espliciti rendendo più difficile la diagnosi.

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Non evitare la carne durante lo svezzamento

Al sesto mese (periodo in cui generalmente il bambino nato a termine raddoppia il peso e termina le scorte di ferro fornite dalla mamma in gravidanza) proporre i vari tipi di carne bianca e rossa, dapprima come liofilizzato od omogeneizzato, infine come carne fresca. I pediatri concordano sul fatto che la carne è insostituibile durante lo svezzamento perchè contiene gli aminoacidi essenziali i quali devono essere introdotti con l’alimentazione, in quanto l’organismo non è in grado di produrli da solo. La carne è una fonte preziosa di vitamine del gruppo B e considerevoli quantitativi di ferro, un minerale indispensabile per la formazione dei globuli rossi e, quindi, per prevenire l’anemia.

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Evitare la confusione alimentare

Uno degli errori più comuni, ahimè, riguarda proprio la confusione alimentare in cui attualmente viviamo. Allergie, intolleranze, stili di vita, tipi di allattamento vari rischiano di farci impazzire. Ma non è quello dello svezzamento il momento in cui decidere se dare ai nostri figli delle direttive alimentari specifiche: ora è il momento in cui dare loro la capacità di passare ai cibi solidi e comuni, quelli che presumibilmente mangeranno nel mondo in cui vivono. Ecco perchè è bene seguire le indicazioni del pediatra e non farsi delle idee troppo personali e modaiole su come gestire lo svezzamento.

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Evitare il meccanismo premio-punizione

C’è ancora chi commette l’errore di usare il cibo come premio o punizione per i comportamenti futuri o passati dei propri bambini: “se mangi le verdure poi ti do la cioccolata”; “se mangi lo yogurt ti regalo un gioco”; “sei stato cattivo quindi niente merendine”. I danni connessi a questa logica educativa sono incalcolabili. Questo errore non si commette, punto e basta. I bambini non sono cavie da laboratorio!

 

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Non forzare il bambino

Ricordarsi di introdurre un alimento nuovo per volta (in media uno alla settimana) per accorgersi di eventuali allergie ed intolleranze: nel giro di 2 mesi si deve arrivare a far provare al bambino tutte le verdure. Non insistere quando il bambino non vuole mangiare. Lui sa quando ha appetito e quanto mangiare. Ci sono bambini che mangiano più lentamente di altri: in questo caso è bene pazientare un po’ perchè il bambino abbia modo di deglutire, magari giocare un po’ e poi ritornare alla pappa. Ricordiamoci che questo è uno dei momenti più delicati dell’educazione alimentare!

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