Succhiamento protratto del ciuccio o del dito nel bambino e conseguenze sui denti

di Cinzia Rampino


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Domanda

La mia bambina non ha mai smesso di succhiare e volere il ciuccio. Ora ha quasi 3 anni e sono preoccupata che le si stortino denti e palato. E’ vero che i suoi denti permanenti saranno sicuramente storti a causa di questo problema?  Grazie della risposta che vorrete darmi.

Risposta

Il succhiamento del ciuccio o del dito, spesso del pollice, è comune a quasi tutti i bambini ed è ritenuto fisiologico fino ai due anni circa quando, con l’eruzione dei molari da latte e l’utilizzo della tazza anziché del biberon, il bambino modifica il suo schema di deglutizione, passando dalla “deglutizione infantile” a quella “adulta” caratterizzata da denti posteriori a contatto, lingua posizionata dietro gli incisivi superiori e labbra a riposo.  Succhiare il dito o il ciuccio dopo la comparsa dei denti da latte viene considerata un’abitudine viziata che va contrastata.
Gli effetti negativi di questa parafunzione derivano:

  • dalla posizione bassa della lingua che smette di esercitare pressione sul palato;
  • dall’iperattività dei muscoli delle guance che tendono a comprimere il palato;
  • dalla pressione del dito/ciuccio sulle arcate dentali;
  • dalla forza esercitata dal dito/ciuccio contro il palato.

Il quadro malocclusivo tipico di questi bambini è caratterizzato da :

  • restringimento delle arcate dentarie e del palato che risulta più stretto e profondo della norma;
  • denti incisivi superiori sporgenti e spaziati tra loro;
  • denti incisivi inferiori inclinati verso l’interno/la lingua;
  • morso aperto anteriore (open bite) cioè assenza di contatto tra i denti anteriori superiori ed inferiori quando il bambino chiude i denti;
  • labbra che faticano a venire a contatto e creare un sigillo;
  • associazione con una “deglutizione atipica”: durante la deglutizione la lingua si sposta in avanti, tra gli incisivi superiori ed inferiori, per rendere possibile il sigillo anteriore necessario per riuscire a deglutire;
  • calli o infiammazione ricorrente del dito prediletto.

Occorre precisare che non tutti coloro che hanno questa abitudine presentano necessariamente degli evidenti effetti collaterali; ciò dipende dalla durata, dall’intensità e dalla frequenza di ripetizione dell’abitudine e, inoltre, dalla situazione iniziale dei denti e delle ossa.

Per prevenire problemi a carico dei denti e del palato è importante che il bambino smetta di succhiare il dito-ciuccio entro i 3 anni circa e se ciò non avviene spontaneamente è necessario intervenire.
Un primo approccio può consistere in un incontro tra il bambino, l’ortodontista ed i genitori nel quale gli vengono spiegati i motivi per smettere di succhiare e si cerca di coinvolgere il bimbo nella decisione, per far sì che non la consideri come una punizione; in certi casi è utile promettere un premio al bambino se evita di succhiare.
Si può disincentivare il succhiamento del dito rendendolo spiacevole applicando sul dito dei cerotti o anche uno smalto per unghie dal sapore sgradevole. L’efficacia di questi mezzi è scarsa.
Se tutto ciò non fosse sufficiente, l’ortodontista può intervenire applicando dei semplici apparecchi di piccole dimensioni che, sostituendosi al piacere del dito o del succhiotto, correggono le alterazioni sia dei denti che delle arcate dentarie.

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Articolo scritto da: Prof. Giovanna Garattini
www.studiogarattinibazzini.com
www.giovannagarattini.com

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