La pelle dei neonati è un universo in continua evoluzione. Dallo stato di salute della pelle, i genitori possono comprendere molte cose sul benessere dei loro pargoletti. È impossibile non commuoversi guardando la pelle dei neonati. Appare più rosea, liscia e morbida rispetto a quella di un adulto. Ma non bisogna fermarsi alle apparenze: la […]
Succhiamento protratto del ciuccio o del dito nel bambino e conseguenze sui denti
Domanda
La mia bambina non ha mai smesso di succhiare e volere il ciuccio. Ora ha quasi 3 anni e sono preoccupata che le si stortino denti e palato. E’ vero che i suoi denti permanenti saranno sicuramente storti a causa di questo problema? Grazie della risposta che vorrete darmi.
Risposta
Il succhiamento del ciuccio o del dito, spesso del pollice, è comune a quasi tutti i bambini ed è ritenuto fisiologico fino ai due anni circa quando, con l’eruzione dei molari da latte e l’utilizzo della tazza anziché del biberon, il bambino modifica il suo schema di deglutizione, passando dalla “deglutizione infantile” a quella “adulta” caratterizzata da denti posteriori a contatto, lingua posizionata dietro gli incisivi superiori e labbra a riposo. Succhiare il dito o il ciuccio dopo la comparsa dei denti da latte viene considerata un’abitudine viziata che va contrastata.
Gli effetti negativi di questa parafunzione derivano:
- dalla posizione bassa della lingua che smette di esercitare pressione sul palato;
- dall’iperattività dei muscoli delle guance che tendono a comprimere il palato;
- dalla pressione del dito/ciuccio sulle arcate dentali;
- dalla forza esercitata dal dito/ciuccio contro il palato.
Il quadro malocclusivo tipico di questi bambini è caratterizzato da :
- restringimento delle arcate dentarie e del palato che risulta più stretto e profondo della norma;
- denti incisivi superiori sporgenti e spaziati tra loro;
- denti incisivi inferiori inclinati verso l’interno/la lingua;
- morso aperto anteriore (open bite) cioè assenza di contatto tra i denti anteriori superiori ed inferiori quando il bambino chiude i denti;
- labbra che faticano a venire a contatto e creare un sigillo;
- associazione con una “deglutizione atipica”: durante la deglutizione la lingua si sposta in avanti, tra gli incisivi superiori ed inferiori, per rendere possibile il sigillo anteriore necessario per riuscire a deglutire;
- calli o infiammazione ricorrente del dito prediletto.
Occorre precisare che non tutti coloro che hanno questa abitudine presentano necessariamente degli evidenti effetti collaterali; ciò dipende dalla durata, dall’intensità e dalla frequenza di ripetizione dell’abitudine e, inoltre, dalla situazione iniziale dei denti e delle ossa.
Per prevenire problemi a carico dei denti e del palato è importante che il bambino smetta di succhiare il dito-ciuccio entro i 3 anni circa e se ciò non avviene spontaneamente è necessario intervenire.
Un primo approccio può consistere in un incontro tra il bambino, l’ortodontista ed i genitori nel quale gli vengono spiegati i motivi per smettere di succhiare e si cerca di coinvolgere il bimbo nella decisione, per far sì che non la consideri come una punizione; in certi casi è utile promettere un premio al bambino se evita di succhiare.
Si può disincentivare il succhiamento del dito rendendolo spiacevole applicando sul dito dei cerotti o anche uno smalto per unghie dal sapore sgradevole. L’efficacia di questi mezzi è scarsa.
Se tutto ciò non fosse sufficiente, l’ortodontista può intervenire applicando dei semplici apparecchi di piccole dimensioni che, sostituendosi al piacere del dito o del succhiotto, correggono le alterazioni sia dei denti che delle arcate dentarie.
LEGGI ANCHE:
Articolo scritto da: Prof. Giovanna Garattini
www.studiogarattinibazzini.com
www.giovannagarattini.com
Lascia un commento