I bambini sono gli esseri viventi più curiosi al mondo. Sin da quando nasciamo, infatti, la nostra attitudine a scoprire e apprendere è paragonabile qualsiasi altro istinto come quello di bere o mangiare. Stimolare la curiosità nei bambini, perciò, è decisamente importante e comporta molti vantaggi nella crescita e nello sviluppo di bambini sani.
Ogni bambino, tuttavia, è diverso e “fatto a suo modo”: ha un suo carattere, una sua predisposizione e un suo “temperamento”, cioè quella inclinazione naturale che è tipicamente sua e tale resterà per tutto il resto della sua vita.
Come possiamo stimolare (ovvero non bloccare) la curiosità dei bambini? Quali sono i sistemi più adatti?
Più che di “sistemi” bisognerebbe parlare di un sistema educativo stimolante e creativo. Per usarlo e metterlo in pratica, però, dobbiamo essere prima di tutto noi adulti a farlo nostro. Come fare?
Pensare che il bambino sia un essere “passivo” e non ancora “abbastanza intelligente” è un pregiudizio che va smantellato totalmente. Il bambino, sin dalla nascita, è perfettamente capace di reagire agli stimoli e apprende ogni cosa. Proprio per questo, sin da subito, i nostri comportamenti devono essere allineati con questa nuova vita che partecipa attivamente la nostra quotidianità. In tal senso è molto importante parlare ai bambini invece che lasciarli da soli di fronte a monitor e stimolazioni artefatte come quelle di tv e pc. Stimolare la curiosità è fondamentalmente interazione umana. E’ nella relazione con l’altro che il bambino impara la vita. Il vantaggio? Sarà predisposto all’apertura e al confronto.
I libri e le letture fatte da voi, zii e baby-sitter sono fondamentali! Usate libri adatti alla sua età e insegnategli il mondo. Quello stesso mondo che vi impegnerete a mostrargli dal vivo.
Se un bambino vede una formica o una blatta può non essere affatto impressionato o infastidito da loro. Siamo noi che, magari, proviamo ribrezzo o fastidio di fronte agli insetti. Sebbene ci siano istinti di paura e ribrezzo innati nell’essere umano, le più grandi paure che acquisiamo nella vita sono indotte e non innate. Stimolare la curiosità significa non trasmettere le nostre paure ai nostri figli, che magari vogliono scoprire il mondo a loro spese. Se ci sono reali pericoli da insegnare loro, meglio spiegargli sin da piccoli quali sono, evitando divieti o allarmismi che i bambini non capiscono e vivono solo come ansia.
Stimolare la curiosità è anche lasciare libera la fantasia. Non c’è un bambino che non ha fantasia. Sono gli adulti che spesso hanno imparato a tenerla a freno, ma i bambini hanno una fantasia innata e sfrenata. Lascirli liberi di esprimerla facendo molta attenzione a non reprimerla può fare la differenza nella crescita e nello sviluppo di un individuo. La logica di un bambino prescolare, ad esempio, è totalmente differente da quello scolarizzato. E non è affatto necessario cercare di rendere un bambino che “parla al vento” più “ragionevole” o “socialmente accettabile” prima che lo diventi per natura. I bambini vedono cose che noi non riusciamo più a vedere: facciamoci dire quali sono e approfittiamo del loro spirito di ricerca. In questo caso, il vantaggio è anche nostro!
I bambini sono ingegneri, architetti, medici, scienziati. A volte possono giocare con una chiave o un oggetto che a noi sembra assolutamente “poco stimolate” e trovarlo attraente, gustoso e talmente importante da non volervelo restituire. Che cosa ci sarà di così buono e bello in una chiave che apre la porta e, per di più, ha un gusto ferroso? E’ inutile che vi facciate questa domanda dal momento che non potrete rispondere: lo sanno solo i bambini che cosa una chiave, un pezzo di legno o una formica sono per loro. L’importante è che noi ci siamo quando loro decidono di scoprire com’è fatto il mondo. A proposito: quando mettono tutto in bocca, non è perchè si confondono ma è perchè usano come mezzo di scoperta la bocca. Solo gli adulti usano prepotentemente la vista (o così credono); i bambini usano tutto il corpo. Laciamo che lo facciano anche da grandi!
I bambini fanno un sacco di domande, si sa, e vogliono una risposta. In realtà, non vogliono una risposta da voi ma dal mondo ed è per questo che possiamo anche reagire alle loro domande “stimolando alla scoperta della risposta”. Dire “non lo so, ma adesso lo scopriremo insieme” è perciò un ottimo metodo per collaborare nella “ricerca del tesoro” che i più piccoli cercano tutti i giorni.
Lasciare che i bambini esplorino, evitando le migliaia di raccomandazioni sulla polvere, gli acari, le infezioni, i batteri del vostro pavimento è stimolare la curiosità. I bambini non sono curiosi di scoprire qualcosa da Google, ma su un pavimento, sotto un tavolo o un letto. E bisogna lasciarli fare, magari scendendo a loro livello come insegna bene a fare il metodo Montessori. Urterete agli spigoli la testa, ma non importa; anche quella è curiosità e scoperta: quella del dolore fisico.
Infine, stimoliamo la curiosità dei bambini dicendo di no: I NO sensati e motivati insegnano la gestione della frustrazione e, a quel punto, se abbiamo eseguito bene tutti i passaggi precedenti, i nostri no saranno quasi logici e non generici o “troppo emotivi e personalizzati”, tanto da non essere minimamente presi in considerazione.