Perché, ho calcolato che questo libro possa essere letto mediamente in tre ore! Le mamme di oggi non hanno molto tempo, si sa, e i manuali pediatrici spaventano. Il momento critico per una mamma, infatti, è proprio quello del primo anno di vita, quando arriva in casa questo “oggetto misterioso”: il neonato. In questo frangente, le mamme hanno generalmente già letto libri, sentito tanti consigli di ogni genere, con il risultato di risultare spesso disorientate.
Come ho avuto modo di appurare in cinquant’anni di lavoro pediatrico, le mamme perciò, diventano insicure proprio a causa di ciò che leggono, non ritenendosi di conseguenza in grado di far bene questo “mestiere”. Invece, quella di fare la mamma – come dico sin dalla prefazione di questo libro – è una cosa che facevano già con successo le donne delle caverne…
Lo dico un po’ paradossalmente, ma in modo da far capire che fare la mamma è un evento del tutto naturale, proprio come mettere al mondo i figli.
Durante il parto, ad esempio, arriva un momento in cui le donne si dimenticano di tutto ciò che gli è stato detto e seguono un istinto naturale.
Al contrario, nel fare le mamme, le donne hanno un po’ perso questa loro naturale attitudine, proprio perché hanno ascoltato troppe cose; cose che le fanno sentire insicure e non all’altezza di questo compito.
Le mamme di oggi hanno paura. Paura che il bambino non mangi, che non allatti al seno ecc. ecc.
Così, io, in questo mio nuovo libro, spiego che bisogna attenersi alle “leggi naturali” e cerco di rassicurare le mamme, dando loro possibilità di vivere al meglio il momento più bello della loro vita.
In questo libro, praticamente, sdrammatizzo. Descrivo il bambino; descrivo quali sono le caratteristiche di un bimbo, quali possono essere i piccoli inconvenienti della crescita come la diarrea, la tosse e cose di questo tipo.
Inoltre, un terzo del mio libro “Mamma in 3 ore” parla della psicologia perché oggi occorre più che altro una corretta puericultura.
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Il mio intento è sdrammatizzare, spiegando anche alle mamme moderne che i bambini di oggi stanno bene, perché sono prevalentemente sani. E’ ormai, infatti, raro che un bambino sia davvero malato. Oggi, solo il 4% dei bambini è davvero malato, ma il resto è sano.
Quindi, le mamme dovrebbero stare serene perché, ad esempio, quando il bambino piange vuol dire che sta bene. Un bambino che sta bene, piange. E, più forte piange, e più vuol dire che sta bene.
Spesso si sente parlare di colichette. Invece questo fenomeno non esiste o, meglio, è stato drammatizzato e ingigantito. E’ come aver preso un “particolare” e averlo fatto diventare “generale”. Invece, lo stare male dei bambini è davvero raro.
Al massimo, può accadere che il bambino soffra di reflusso gastroesofageo e, in tal caso, questo va curato dal pediatra che naturalmente lo riconosce perchè questo è il suo mestiere. Ma per il resto, sia le così dette colichette o il famoso mal di pancia non fanno piangere i bambini. Il pianto è, al contrario, comunicazione. Quando il bambino sta veramente male si lamenta, non piange. Che è tutt’altra cosa.
Sì. È la cosa più naturale di questo mondo. Del resto le dico questo: noi adesso stiamo assistendo a questi flussi migratori che ci stanno dimostrando come nei primi 2 anni di vita, le migliori mamme siano le mamme dei bambini stranieri. Il perché è semplice: non sono andate in confusione a causa dei troppi input mediatici. I loro bambini, infatti, difficilmente piangono ed hanno problemi. Sono bambini normali. Quindi, paradossalmente, bisogna tornare alle cose normali. Senza eccessi. Rispetto alle diete vegane o cose di questo genere, ad esempio, non è normale imporre ai bambini nulla di tutto ciò. Saranno i bambini a scegliere una volta che saranno in grado di farlo.
Tornare alla normalità significa non prendere per oro colato tutte le cose che si leggono e dietro le quali c’è spesso una logica di audience. Chi scrive per vendere amplifica fenomeni che sono spesso marginali.
Io credo che l’errore più grosso che i genitori facciano nel primo anno di vita del bambino sia sottovalutare la sua intelligenza. Il bambino è il miglior pediatra di se stesso. Questa è la mia filosofia. Nei miei corsi insegno alle mamme ad ascoltare il bambino imparando a decifrare proprio il suo pianto. Le mamme che si preoccupano perché i bambini piangono, sbagliano. I bambini che piangono per 3 ore stanno bene.
Insomma, le mamme delle caverne sono un po’ l’esempio che dovremmo avere in mente per allevare un bambino. Senza paure e senza andare troppo in confusione.
E, questo mio libro è un modo di rassicurare le mamme sul fatto che il loro è un compito naturale e semplice. E che loro sarebbero tutte bravissime se non si lasciassero condizionare dalle paure indotte dalla confusione in cui vivono loro malgrado.
Consiglio di leggere questo libro nei primi mesi di vita del bambino o anche già qualche mese prima della sua nascita.