Macrosomia fetale: le cause, i sintomi e le conseguenze

La macrosomia fetale è una patologia che colpisce il feto e lo rende più grande delle normali misure che un feto dovrebbe avere in una determinata settimana di gestazione. Si parla di macrosomia fetale quando il feto pesa dai 4,5 kg in su e, per scoprire se il nostro bambino è affetto da macrosomia fetale, è sufficiente una normale ecografia, dunque un esame standard durante la gravidanza. Colpisce in prevalenza i maschi e ci sono dei fattori di rischio che possono portare a questa patologia, anche se molto generici, ovvero:

  • madre che che pesa più di 70 kg
  • aumento di peso della mamma durante la gravidanza che supera i 20 kg
  • mamma affetta da diabete o ha sviluppato il diabete gestazionale
  • gravidanze precedenti con feto affetto da macrosomia fetale

Vediamo nel dettaglio le cause, i sintomi, le conseguenze e la diagnosi della macrosomia fetale.

Macrosomia fetale: cause

Come detto, ci sono dei fattori di rischio legati allo stato di salute della mamma prima e durante la gravidanza che possono portare il nascituro a sviluppare questa patologia. È importante dunque che la mamma controlli attentamente il peso durante la gestazione e inizi a perdere qualche kg se è una gravidanza pianificata. Anche l’età della mamma (più di 35 anni) e le molte gravidanze precedenti (più di 4) possono portare alla macrosomia fetale. Inoltre, anche nutrire in eccesso il bambino può portare alla crescita oltre la media, dunque seguite sempre un piano alimentare preciso. Solo in rarissimi casi la macrosomia fetale è legata a delle patologie mediche specifiche del bambino.

Macrosomia fetale: sintomi

La mamma non avverte dei veri e propri sintomi ma tocca al medico indagare determinati segnali che il corpo della gestante presenta, oltre a tenere conto dei fattori di rischio descritti prima. Per capire se il bambino è affetto da macrosomia fetale il ginecologo può effettuare due osservazioni:

– misurazione del liquido amniotico: se la mamma presenta troppo liquido amniotico, ci sono serie probabilità che il bambino sia affetto da questa patologia. Questo perché il liquido amniotico è formato anche dall’urina del nascituro e più liquido amniotico si traduce come più urina

– misurazione del fundal: ovvero la misurazione della distanza tra collo dell’utero e osso pelvico, quando questa distanza è eccessiva, il nascituro potrebbe essere affetto da macrosomia fetale

Macrosomia fetale: conseguenze

Questa patologia comporta dei rischi per la mamma e il bambino e bisogna necessariamente tenerne conto e optare, ove il medico lo ritenga opportuno, per un cesario anticipato.

I rischi per il bambino sono:

  1. presentare una soglia troppo alta di zuccheri nel sangue
  2. sviluppare una grave obesità infantile
  3. sviluppare la sindrome metabolica, cioè tutta quella serie di rischi che possono portare al diabete, a malattie cardiovascolari e all’ictus, dovuti alla pressione sanguigna alta, alla presenza di troppi zucchero e del grasso addominale

I rischi per la mamma sono:

  1. rottura dell’utero dovuta alla pressione esercitata dalle misure eccessive del feto, specie se la mamma ha già subito un parto cesareo o un intervento all’utero
  2. parto difficile, con rischio di lesioni e lacerazioni durante il parto naturale
  3. l’uso di strumenti che favoriscano il parto naturale, come dilatatori e forcipe
  4. emorragie post parto, dovute alla troppa rilassatezza dei muscoli pelvici legata alla macrosomia fetale

Per rinforzare i muscoli pelvici, le future mamme possono eseguire i cosiddetti esercizi di Kegel, facilissimi ma importanti.

Macrosomia fetale: diagnosi

Come detto, basta una semplice ecografia, ma la diagnosi non è certa al 100%. Alla fine del terzo trimestre, se il medico riscontra nella mamma i fattori di rischio, controllerà del dettaglio fornito dagli strumenti disponibili le misure del feto. Inoltre, il medico può effettuare il non-stress test, cioè la misurazione del battito cardiaco del piccolo. Le misure definite fuori media per quella data settimana di gestazione potrebbero anche essere legate a un errore di calcolo dell’inizio della gravidanza stessa, ecco perché il medico a volte “ricontrolla i conti”!